IL DOPPIO SGUARDO-ARTE E CINEMA PER LA CONSULENZA FILOSOFICA DI BEATRICE BIANCHINI

Il cinema è filosofia, attraverso i film ragioniamo e impariamo. “Il doppio sguardo” è suddiviso in cinque capitoli. Il quarto, quello che riesce mirabilmente a coniugare filosofia e cinema, affronta tematiche universali e attuali come l’adolescenza, il patriarcato, l’emancipazione femminile, la percezione del corpo, il sesso, l’eutanasia…per ognuno di questi argomenti un film, una recensione, un universo fatto di parole e concetti che possono aiutare a comprendersi.
2024

Recensione di Beatrice

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Recensione di Beatrice

I cineasti sono paragonabili ai pensatori, più che agli artisti. Essi pensano, infatti, con immagini-movimento e con immagini-tempo, invece che con concetti.

Il discorso filosofico può prendere forma non solo tramite le parole, ma anche attraverso i fotogrammi di un’opera cinematografica.

Lo sa bene Beatrice Bianchini, autrice di un saggio appassionato e appassionante sul cinema e la filosofia e soprattutto sul legame che intercorre tra la settima arte e la consulenza filosofica.

La consulenza filosofica è uno scambio verbale tra due persone, dove il filosofo attua un processo di cura della persona che ha davanti. È uno scarnificatore di pensieri, un abbattitore di schemi mentali.

Il dialogo come mezzo attraverso il quale aprire la mente, esercitare il dubbio e lo sguardo.

Se tutto questo viene rafforzato dalla visione di film, la consulenza filosofica diviene uno spazio dove si amalgamano arte, pensiero, cultura, immagini statiche e in movimento, musica.

Lo studio della filosofia ha sviluppato in Beatrice Bianchini una capacità critica potente.

L’autrice ha sapientemente applicato le sue sensibilità artistiche non solo nella consulenza filosofica ma anche nello scrivere disamine cinematografiche.

Il suo scritto è un saggio-fiume che si muove su quattro livelli diversi: le recensioni cinematografiche, la filosofia presente all’interno dei film recensiti, i lungometraggi che per tematiche affrontate possono aprire la mente di chi legge e la scrittura di due consulenze realmente svolte.

La prima consulenza ha come protagonista Cloè, una giovane donna che vive una condizione sentimentale complessa, a lei viene consigliata la visione del capolavoro di Lars Von Trier “Dogville”.

La seconda è incentrata su Amanda, ancora una donna che questa volta ha problemi con la figlia con disturbi alimentari. A lei viene proposta la visione di “Pleasantville” di Gary Ross.

Il cinema è filosofia, attraverso i film ragioniamo e impariamo.

“Il doppio sguardo” è suddiviso in cinque capitoli. Il quarto, quello che riesce mirabilmente a coniugare filosofia e cinema, affronta tematiche universali e attuali come l’adolescenza, il patriarcato, l’emancipazione femminile, la percezione del corpo, il sesso, l’eutanasia…per ognuno di questi argomenti un film, una recensione, un universo fatto di parole e concetti che possono aiutare a comprendersi.

Beatrice Bianchini fa sua la lezione di Deleuze, attraverso il suo testo esprime il concetto del regista cinematografico che è come il filosofo, il primo pensa per immagini, il secondo appunto per concetti.

“Il doppio sguardo” però compie un ulteriore passo in avanti dimostrando che le due cose possono compenetrarsi sino a divenire un vaso di pandora pieno di parole, immagini, nozioni… tutte cose in grado di illuminare.

I quadri realizzati da Beatrice Bianchini sono concetti scritti attraverso le immagini, le sue recensioni sono in egual misura concetti che rielaborano filosoficamente le immagini filmiche.

Il cinema possiede poteri premonitori, arriva spesso prima della realtà, guardare come dichiara Lacan può essere un atto scopofilo che divide più che unire.

La Bianchini mette in discussione tale affermazione e dimostra che la visione si fa possibilità di comprensione.

542 pagine dove le parole contaminano le immagini e viceversa, i film infettano la filosofia e viceversa.

Gli aforismi colti abbondano, la passione dell’autrice è prepotente.

22-Sep-2024 di Beatrice