DIALOGO TRA ESSERE E NULLA

"Prima Parte" delinea la riflessione ontologica nel dialogo "Il Sofista" di Platone. Contrastando i sofisti, Platone difende la dialettica come superiore alla retorica. Il testo si concentra sulla ricerca di una conoscenza universale e stabile, criticando il relativismo sofistico e il divenire eracliteo. Platone supera anche le teorie parmenidee sull'essere e il non essere, cercando una sintesi tra opposti come unicità e molteplicità. L'obiettivo è stabilire un concetto di essere che trascenda le dicotomie. Il testo analizza le intenzioni sottese nel dialogo platonico, proponendo una nuova visione dell'essere.
2023

Recensione di Beatrice

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Recensione di Beatrice

PRIMA PARTE

La filosofia da sempre si occupa di ontologia ossia degli aspetti essenziali dell’essere.

Il Sofista, dialogo che rappresenta uno dei punti nodali nello sviluppo del pensiero platonico, si propone come tentativo di esaminare se esiste un sapere che sia superiore, diverso, altro, rispetto alle opinioni.

E’ da questa esigenza che sembra emergere la necessità di costruire un programma filosofico ed anche politico in polemica con i sofisti, maestri di opinione, di retorica e di disincanto, difronte alla dialettica come presunta e superiore capacità di ragionare e di far parlare lo spirito.

Il dialogo è certamente collocabile tra gli ultimi scritti platonici e con maggior precisione tra il Teeteto di cui è il proseguimento e il Politico con cui è in stretta connessione spazio-temporale e di contenuto.

Il tentativo di Platone è di combattere la presunta indifferenza sofistica per il contenuto del pensiero a vantaggio di un soggettivismo morale, politico, e di un relativismo cognitivo che avrebbe portato alla sopravvalutazione della retorica a svantaggio della dialettica.

Dal processo dell’ascesa dal molteplice all’uno, dal sensibile all’intellegibile che è delineato nella Repubblica attraverso il mito della caverna, il metodo diairetico del Sofista sottolinea il processo inverso, ossia il percorso discendente dall’uno ai molti attraverso distinzioni e classificazioni.

Così potremo scegliere l’unico percorso del processo che però si articola su due piani:

- uno ascendente fino alla visione sinottica dell’essere, del tutto;

- uno discendente, ove il pensiero, sicuro dell’unità cui è pervenuto, può poi tornare a giustificare le premesse con cui è giunto alla visione del tutto.

-

Tutto questo è il percorso della dialettica.

Parmenide, Teeteto, Sofista e Politico, sono i dialoghi nei quali si ripercorre un’ardua rimeditazione dialettica.

Il Sofista è un dialogo complesso e quanto mai colmo di tensione offerta dal confluire in esso delle linee fondamentali della speculazione platonica e di tutto il pensiero greco precedente.

Parmenideo, statico, idealistico da una parte e Eracliteo, dinamico, materialistico dall’altra.

Platone infatti ripercorrendo il soggettivismo relativistico dei sofisti e il divenire Eracliteo deduce che così non si riesce a pervenire al di sopra dell’utile individuale, né ad una morale di carattere universale e tanto meno ad una conoscenza il più possibile stabile.

Platone tuttavia non si ferma qui e critica a sorpresa anche le teorie Parmenidee dell’essere che è e del non essere che non è e che sottintendono la negazione del divenire delle cose.

A questo punto è lecito chiedersi quali sono le intenzioni di Platone ma questo lo vedremo attraverso la disamina del testo, entrando nel quale sarà appassionante cercare l’intento sotteso dal dialogo Platonico.

Si può in anteprima dire che “il nuovo essere non sarà l’essere assoluto Parmenideo come non sarà il divenire di Eraclito. Esso trascenderà queste due posizioni in sé dogmatiche e si presenterà come logicamente doveva presentarsi dopo la discussione del Parmenide e cioè come essere correlativo tra le due opposte posizioni, di unicità e molteplicità, di stasi e movimento, di medesimo e di altro…”

( E. Paci, Il significato del Parmenide nella filosofia di Platone, Milano, Bompiani, 1988)

17-Jul-2023 di Beatrice