
Recensione di Beatrice On 12-Apr-2024
Orpa è sicura che la figlia tornerà a casa. Il marito Abram è morto e devono fare la cerimonia funebre.
Siamo a Rote Island, Indonesia.
Marta ritorna ma è palesemente confusa.
Riesce a sorridere solo con gli uccellini in gabbia che segue sugli alberi e spesso non riesce a scendere.
Le piace fare il bagno nuda, le capita di vedere presenze e piange disperata.
Si capisce presto che ha subito qualcosa di terribile, sicuramente abusi sessuali.
Un giorno, mentre Datuk prova a stuprarla lei lo colpisce, ferendolo gravemente con un ramo. Lo insegue e quando viene accolto in una abitazione lei appicca il fuoco.
Un processo condanna la famiglia ad un oneroso risarcimento in denaro oltre a tenere Marta chiusa e incatenata in una capanna.
Dopo qualche mese, a causa di una emorragia si scopre che la ragazza è incinta pertanto qualcuno ha continuato ad abusare di lei.
Una meravigliosa fotografia del luogo, insieme al contrasto con la mentalità misogina, ritraggono uno spaccato storico geografico piuttosto sconosciuto.
Bertha, la sorella inizia un indagine per scoprire il responsabile e per questo diventa testimone di qualcosa di irrivelabile per la comunità omofobica. Viene pertanto catturata e uccisa. Le donne iniziano una strenua battaglia per i diritti femminili, con manifestazioni di grande denuncia sociale.
L’individuazione del responsabile fa conoscere un rituale, sicuramente locale, di pentimento e di riconoscimento della colpa, incredibilmente efficace e coinvolgente. Un finale di scoperta, di rivendicazione e di resistenza rendono questo film struggente un’esperienza sorprendente, di tradizioni, di culture, di tradizioni e di lotte inaspettate seppur doverose.
Un impianto filmico originale apre alla conoscenza di realtà lontane, sebbene vicine per tematiche spesso trasversali, purtroppo universali.
Un solco di culture trova una traccia comune quella della persecuzione del femminile, un tatuaggio atavico e violento che penetra dal passato al presente nella testimonianza della necessità di una lotta quotidiana pervasiva e incessante che non consente pause ne indulgenze pena la perpetuazione di un’ingiustizia sociale resistente e invadente, non più tollerabile.
Orpa docet e le donne di Rote Island seguono…agguerrite.
Le donne forti sono in grado di vestirsi di niente ma di sembrare tutto. E’ la loro anima che le veste, è la forza di se stesse che le circonda. Ed è proprio questa loro presenza, a volte difficile, che merita di averle conosciute.
12-Apr-2024 di Beatrice