TOO OLD TO DIE YOUNG

Nicolas Winding Refn

13h 20m  •  2022

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Recensione di Beatrice On 28-Aug-2023

Solo gli iniziati alla filmografia di Refn possono perdonare la sua visione apocalittica; entrare nel suo mondo brutalmente artificiale e magicamente reale è un percorso che richiede la rinuncia alla comprensione. Esige una affiliazione consapevolmente soggiogante, supina seppur vigile e resistente.

Un rapporto sadomaso tra Refn e lo spettatore che non consente pause catartiche, né di riflessione, in quanto la catarsi non è prevista e la riflessione è insita.

“Un unico lungo flusso, non assimilabile alla struttura episodica” lo definisce il regista “ nel quale è impossibile ritornare; perché il corso non è mai lo stesso e neppure chi lo percorre è mai lo stesso”, direbbe Eraclito.

Un fiume di immagini, di luci, di bellezza, di violenza, di suoni, colori, orrori; “nessuna realtà permanente ad eccezione del cambiamento; la permanenza è un’illusione dei sensi” ( Eraclito)

Troppo vecchi per morire giovani sono gli uomini di Refn, troppo luridi per detergersi, troppo compromessi per redimersi; troppo corrotti per riscattarsi.

La polizia che dovrebbe vigilare e stabilire l’ordine è il Diavolo; All cops are bastards, stupratori, nazi-fascisti e instancabilmente arrapati. Martin è un poliziotto psicopatico, giustiziere del bene e del male; ha una fidanzata miliardaria minorenne, e incontra perversioni di ogni genere. Si lascia guidare da un senso di giustizia molto personale e interviene di fronte a casi estremi di violenza, con violenza estrema. Un ex agente dell’FBI alle dipendenze della mistica Diana, che vuole ripulire l’America, diventa il suo mentore.

Intanto Jesus, messicano, figlio della defunta patrona della droga Magdalena, deve vendicare la madre e ha per moglie l’alta sacerdotessa della morte, la sublime Yaritza.

La storia tra i due è troppo Edipica; lei è una consapevole Giocasta/Maria/Magdalena che si unisce carnalmente al figlio Edipo/Jesus, per sollevarlo dalla sorte che gli ha sottratto la madre; un complesso irrisolvibile quello di Edipo se la madre muore: la condanna è quella di rimanere intrappolato nel desiderio di un incesto incompiuto e quindi in una psipatologia eterna.

La stessa che usa lei Yaritza assecondando le perversioni di Jesus; l’alta sacerdotessa della morte deve completare la sua missione:

protagonista della somministrazione di una morte annunciata dalla sua cosciente misantropia di genere.

L’abominio umano è inarrestabile e mentre indifesi gay vergini si sottopongono a provini dai quali non usciranno vivi, pervertiti di ogni genere impongono il loro lurido dominio su corpi da lacerare per la propedeutica dello snuff movie. L’addestramento alla sepoltura da vivi e allo strupro di gruppo sembrano pratiche di routine; tra mani mozzate e corpi torturati vengono alla superficie verità da vendicare.

Gli estenuanti rallenti dei primi episodi diventano il preambolo indispensabile all’addestramento visivo e visionario al quale lo spettatore è sottoposto; un allenamento praticato ad arte e finalizzato ad alimentare l’attesa. Un esercitazione militare, a tratti sadica che procrastina il soddisfacimento immediato dell’aspettativa rendendo la pausa estenuante e inappagata.

Una induzione subdola alla dipendenza da quel sacrificio al quale la serie sottopone…

Una serie di personaggi laconici e grossolani indossano gli “abiti del male” e si muovono in un mondo bipolare dove la morale cristiana della mortificazione si scontra con la morale economica della soddisfazione.

“La democrazia è la mia Puttana”, urlano i poliziotti/colleghi di Martin per il suo congedo dall’arma con il blasfemo rituale della crocifissione ( l’Appeso) e della comunione…

Un escalation di lucida follia negli episodi di NWR, dove la morte è servita con straordinarie musiche, la cecità curata con rituali magici e l’incesto rappresentato come un’ istallazione artistica.

Magdalena vive in Yaritza e Diana/Artemide vede e prevede:

“L’ignoranza sarà esaltata; l’odio e lo stupro ricompensati; la perversità avrà una sua dignità, l’incesto, le molestie e la pedofilia saranno lodate… pochi avranno tutto mentre la maggior parte non avrà niente.”

Un breve elenco di orrori umani preannuncia che “il narcisismo non verrà più combattuto ma adorato come virtù; l’indulgenza verso i propri impulsi diventerà istintiva; la nostra identità sarà definita dal dolore che causiamo e il puro genuino nichilismo sarà l’unica soluzione difronte alla gloriosa morte”.

Ognuno avrà la propria religione e “sveglieremo la furia del mondo… e come l’uomo implode in un bagno di sangue e silenzio una nuova mutazione ci sarà e quel giorno annunceremo l’alba dell’innocenza”.

Mentre Diana anticipa una realtà già presente, Yaritza irrompe con il pragmatismo risolutivo dell’Alta Sacerdotessa della Morte.

Fotografia, immagini, ambientazioni, musica, piani-sequenza e rallenti ipnotici; un incantesimo della visione, un sovvertimento della percezione.

Una istallazione di arte elude ogni sistema; immune a rigide inquadrature interpretative.

NWR esige una partecipazione sofisticata e indulgente, disimpegnata e vigile, impreparata e lucida; una partecipazione che si abbandona alla visione senza sottrarsi all’indagine del doppio sguardo.

Dagli arcani maggiori dei tarocchi prendono il titolo i dieci episodi della serie TV; ma in realtà sono 22 come i capitoli dell’Apocalisse di san Giovanni, e molti arcani sono effettivamente ispirati direttamente all’Apocalisse; c’era chi affermava che l’inventore dei Tarocchi era “buono e fedel seguace della Catholica e Cristiana fede” e che l’ordine dei 22 Trionfi evidenzia “molti ammaestramenti morali… per mordere i cattivi et pestiferi costumi diffusi oggidì”.

Forse una seconda serie di 12 episodi completerebbe il numero degli arcani maggiori e le numerose evidenze che collegano i nomi e gli accadimenti al Libro Sacro di ebrei e cristiani.

Too old to die young conferma lo stile personalissimo di NWR nella forma e nei contenuti: il freudiano complesso di Edipo è un ossessione costante come l’impossibilità lacaniana del rapporto sessuale; altresì il dissolvimento della personalità che caratterizza i personaggi della serie non è neanche avvertito perché investe indiscriminatamente tutti, in quanto è una tendenza collettiva alla quale l’individuo non si può sottrarre.

NWR si conferma attento osservatore della dissoluzione esistenziale di un mondo nel quale il matto si confonde con l’eremita, il gli amanti vivono nella torre, la sacerdotessa diventa imperatrice, il Mago viene appeso e chi trionfa è sempre, inevitabilmente il Diavolo!

28-Aug-2023 di Beatrice


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