
Recensione di Beatrice On 03-May-2023
LOVE IS A DOG FROM HELL
Alexia, ragazzina impegnativa, ha un atteggiamento opponente, il padre alza la musica (The Wayfaring Stranger), in auto, mentre lei alza il tono del disturbo vocale, fino a scalciare sul sedile del genitore e slacciarsi la cintura. La reazione del padre e il seguente incidente stradale le impongono un intervento chirurgico al cranio con l’inserimento di una placca di titanio.
Ormai giovane donna, lavora come ballerina in uno spazio dove si concentra il culto del più becero machismo, all’insegna di “donne e motori, gioie e dolori”: un salone di auto dove “si può guardare e non toccare” e dove insieme ad altre colleghe, balla dimenandosi in abiti succinti con un atteggiamento seduttivo, erotico, androgino e distaccato.
I clienti chiedono autografi che la titanide rilascia malvolentieri fino a quando inizia il suo irrefrenabile percorso omicida: nessuno si può avvicinare più di quanto il suo corpo consenta.
Una esilarante strage in un appartamento al ritmo di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, la fa diventare ricercata numero uno; deve quindi intraprendere un percorso di cambio di identità per trasformarsi in Adrien un ragazzo scomparso quattordici anni prima e ancora ricercato.
La violenza, la fusione, alla quale sottopone il proprio corpo raggiunge livelli di scultura astratta mentre collauda orgasmi multipli a bordo di una Cadillac.
Il tatuaggio “love is a dog from hell” è posizionato ad altezza cuore, tra i due seni.
Ormai il suo sangue scorre come olio per motori mentre il volume invade il suo ventre gravido per partenogenesi.
Continuare a mortificare, fasciare, comprimere il proprio corpo per sembrare un ragazzo, per nascondere la pancia, per piacere a quel pompiere, padre presunto, ostinato a ritrovare il proprio figlio, quel figlio Gesù che “Dio” presenta ai suoi allievi: altra scena esilarante, dove il sarcasmo si tinge di grottesco.
Anche quest’uomo gestisce il corpo che invecchia come un laboratorio di sperimentazione, sottoposto a continue infiltrazioni, anabolizzato e dopato ripetutamente mentre insegna al figlio come si effettua un massaggio cardiaco al ritmo della Macarena:
Dale a tu cuerpo alegrìa Macarena
Que tu cuerpo es pa’ darle alegria y cosa buena
Dale a tu cuerpo alegrìa, Macarena
Hey Macarena
D’altronde Macarena è il nome della vergine madonna venerata in una celebre chiesa di Siviglia e sembra il ritmo giusto in tema per esercitare l’abilità della Titanide Alexia.
E mentre la madre di Adrien non cade nella trappola ossessiva del padre, chiede alla ragazza di avere pietà e cura per quel genitore sordo e cieco di fronte all’inquietante evidenza: un amore viene dall’inferno come un cane randagio senza meta.
Julia Decournau, confeziona la versione mitologico- contemporanea di una nuova Titanomachia, che vedrà questa volta non più la guerra tra Dei e i Titani ma una nuova violenta disputa tra Titani e umani.
Tutto sotto il segno di una ormai arcaica distinzione di genere superata da una indistinguibile transgender-Era di umanoidi al sapore di carne e metallurgia.
L’amore è un cane che viene dall’inferno della famiglia disfunzionale, di una madre inesistente, di un padre odiante;
l’amore è un cane che viene dall’inferno di affetti mutilati e di corpi venduti;
l’amore è un cane che viene dall’inferno della tecnica
l’amore è un cane che viene dall’inferno della economia
l’amore è un cane che viene dall’inferno
l’amore è un cane che viene
l’amore è un cane
l’amore è
l’amore
La titanide Alexia è una forza grezza messa in ordine dalla “umana” mercificazione dei codice binario dei corpi maschio/femmina.
Il corpo “naturale” non esiste più, è malato, estinto, artificiale, decomposto e composto.
La trasformazione, la fusione, la sfida non solo fisica dei personaggi è accompagnata da una colonna sonora che spazia dalla musica pop, alla musica trash fino ad omaggiare Pasolini con la Passione secondo Matteo di Bach mentre nasce l’oltre ente fuori dallo stereotipo di genere frutto della partenogenesi della sacrificante titanide Alexia.
Il ventre della techno/vergine Maria Alexia espelle la primogenita della nuova stirpe…
Un film che è mito e paradosso, che è tragedia e poesia, che è commedia e satira, che è amore e morte, semplicità e inquietudine, fatalità e provvidenza.
La valchiria Ducournau si rivolge alle entità primigenie alle origini dell’universo per evocare il bisogno rapace e uterino di un mondo fluido e inclusivo, umano, NON “troppo umano”.
Che la nuova Titanomachia abbia inizio: gli avversari non sembrano temibili come i loro antenati…
Hai voluto la verità
E ora non sai che fare
La scaraventi contro il muro
Sperando si rompa
Sperando s’infranga
La accantoni dentro di te
Tra i muscoli dell’addome e il bacino
Vuoi che sia fuori di te e non parte di te
Vuoi levartela dall’anima
E salvarti l’anima
Hai voluto la tua verità, fratello
Quanto. Quanto ti è costata?
03-May-2023 di Beatrice