THE DEAD DON'T HURT

Viggo Mortensen

1h 50m  •  2023

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Recensione di Beatrice On 18-Oct-2024

La morte non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è lei, e quando c’è lei non ci siamo più noi.

L’inizio comincia dalla fine: una ricostruzione ad incastro.

Siamo nel 1860 nell’estremo ovest costiero statunitense.

Olsen, immigrato danese, vive in una casa di legno nel mezzo del nulla insieme ad un bambino.

Vivienne, franco-canadese è corteggiata da un ricco logorroico irlandese che vive tra arte bellezza e eleganza, ma una sera si alza e va via.

Si reca al mercato a comprare il pesce e incontra Olsen: iniziano a vivere insieme.

Si amano, vivono un amore singolare per tempi e luoghi: entrambi sono individui che non rientrano negli stereotipi consueti: lei non vuole sposarsi, vuole lavorare per emanciparsi economicamente, è determinata e sa bene cosa non vuole.

Sul posto c’è un sindaco corrotto che spartisce introiti di un locale di alcol, gioco e prostituzione insieme a Jeffries, un potente proprietario terriero che ha un figlio disabile e uno difficile da gestire: Weston che conosce solo il linguaggio della violenza. Assassino, stupratore, prepotente picchiatore, uccide come consuma alcol.

Olsen, sebbene abbia già perso una moglie, che lo ha lasciato perché si era arruolato persevera nella sua convinzione e si arruola di nuovo per combattere la guerra di secessione.

Molte cose accadranno in questi anni mentre lei riceve sette lettere e lui, dati i continui spostamenti, una solamente.

Il ritorno sarà traumatico e gli sviluppi travolgenti e drammatici.

Se i morti non soffrono, i vivi sono esposti all’ingiustizia, all’ ineguaglianza, alla malattia, alla violenza e alla tragicità dell’esistenza.

La responsabilità di un bambino, la vendetta come necessità di rivendicare la propria integrità, di non sopportare la corruzione, riconsegnando la stella da sceriffo e di non rispondere alle provocazioni continue.

Un’epopea che ha come protagonista una donna, interpretata magistralmente da una identità inflessibile soprattutto difronte alla brutalità e al sopruso della prevaricazione maschile.

Vivienne e Olsen sono estranei ma soprattutto differenti, non solo perché le loro origini sono altrove ma anche perché hanno una ferrea morale, una pacata sensibilità, sono fuori dalla consuetidini, dagli stereotipi di genere, di ruolo, di coppia.

Un western anticonvenzionale, una sceneggiatura a puzzle: la storia percorre, ritorna, riprende e traccia in avanti e indietro; la regia muove le pedine come può fare solo un esperto giocatore di scacchi del cinema.

Dopo il western Brimstone, difficile ripercorrere il tema della violenza maschile sul femminile, il sopruso, la prevaricazione e sebbene qui, rispetto all’altro, la crudeltà sia assolutamente sobria il tema trattato ripercorre gli stessi concetti con garbo e eleganza senza trascurare alcun riferimento all’emancipazione individuale presupposto base per la costruzione emancipata di un amore adulto.

Il dolore e l’odio e l’amore e la gioia e la guerra esistono perché siamo noi a volerli. E vogliamo che tutto sia così drammatico per prepararci alla prova finale che ci aspetta, affrontare la morte.

18-Oct-2024 di Beatrice