THE APPRENTICE

Ali Abbasi

2 hours  •  2024

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Recensione di Beatrice On 04-Oct-2024

Se il denaro è il legame che mi unisce alla vita umana alla società, alla natura e agli uomini, non è il denaro il legame di tutti i legami? Non può esso sciogliere e stringere ogni legame? E quindi non è forse anche il dissolvitore universale?

L’ascesa di Donald Trump dal 1973 al 1985

Quel belloccio del futuro presidente degli Stati Uniti d’America all’età di 27 anni incontra Roy Marcus Cohn, avvocato di cause clamorose: già nel 1951 ha un ruolo di primo piano nel processo per spionaggio a favore dell’Urss a carico di Julius e Ethel Rosenberg, poi condannati a morte.

Legale della squadra di baseball dei New York Yankees, Aristotele Onassis, i mafiosi Tony Salerno, Carmine Galante e John Gotti, i proprietari dello Studio 54, l’Arcidiocesi di New York, nonché consigliere informale dei Presidenti Nixon e Reagan si “invaghisce” dell’impacciato giovane figlio di Fred Trump, un palazzinaro accusato di aver violato la legge nell’affitto di alcune sue proprietà immobiliari; la causa è in difesa dei diritti civili per le politiche discriminatorie nei confronti dei potenziali inquilini neri, della quale Donald inizierà ad occuparsi, per mano di Cohn, cercando di dare una svolta alla sua vita imprenditoriale.

Roy laureatosi in legge alla Columbia University, omosessuale mai dichiarato, ebreo, omofobo, razzista, misogino, manipolatore amorale e mefistofelico, narcisista, apparentemente affetto dal disturbo dello spettro sadiano, dove la crudeltà si coniuga ad eccitazione, piacere e altri vantaggi, incarna la figura del mentore, una sorta di maestro del male che impone il disordine all’interno di un mondo in cui occorre disapplicare la legge civile a favore di un’altra legge, quella del crimine: d’altronde il mondo si divide in killers e losers.

Un maestro di questa portata segnerà inevitabilmente l’impacciato talento di Donald che supererà definitivamente il maestro quando costui si ammalerà e morirà di Aids all’età di 59 anni, mascherando la sua malattia con un cancro al fegato.

Oltre a questa figura fondamentale per comprendere l’evoluzione imprenditoriale e spregiudicata di Trump, c’è anche il rapporto con Ivana, la futura moglie, inizialmente inconquistabile, poi determinatissima a tutelare i propri interessi tuttavia vittima di uno stupro dal parte del mostruoso marito, testimonianza basata sui registri del divorzio.

Oltre alla liposuzione e all’ossessione per i capelli, il pupazzone corpulento viene rappresentato in tutte le sue fragilità, banalità, volgarità piuttosto mediocri, mai particolarmente grottesche o mostruose.

Le regole cardinali di Roy Cohn entrano comunque a far parte del suo DNA imprenditoriale, finanziario, politico, criminale:

- Attaccare, attaccare, attaccare

- Negare tutto

- Rivendicare la vittoria e non ammettere mai la sconfitta

Il patto faustiano tra i due è rappresentato in modo convincente: Roy, dileggiando il giovane apprendista, riesce a indurlo al totale distacco emotivo anche nei confronti della sua famiglia e ad abbandonare qualunque nozione superflua di etica, moralità e empatia.

Il ricorso alla registrazione e al ricatto di qualunque interlocutore del mondo economico, politico, legale, finanziario, sono lo strumento convenzionale utilizzato dal mefistofelico avvocato.

D’altronde alle feste sodomitiche e omofobe di Roy solo “gli inquisiti sono invitati” perché “fare soldi è un arte”, parola di Andy Warhol!

Manhattan è il tripudio del godimento promiscuo, dove regna la trasgressione e lo sballo danzante che introduce l’astemio Donald alla scalata sociale e alla farneticazione del potere prevaricante e illecito rappresentato dalla Trump Tower e poi dagli investimenti nell’industria del gioco d’azzardo ad Atlantic City, la Las Vegas della East Coast.

L’ironia della duplicità dei pesi e delle misure conferiscono alla pellicola il presupposto nichilistico basico sul quale si fondano i disvalori che costituiscono l’humus della svolta capitalistica e della inversione di mezzo e scopo.

È già da tempo che il processo degenerativo della coppia concettuale “mezzo-fine” si andava preparando. Quali che siano state le fasi di questo processo, mezzo e scopo si sono oggi addirittura scambiati le parti: la fabbricazione dei mezzi è diventata oggi lo scopo della nostra esistenza…

Lo scopo degli scopi consiste oggi nell’essere mezzi dei mezzi. È semplicemente un dato di fatto. E la formulazione è paradossale soltanto perché il fatto è paradossale.

04-Oct-2024 di Beatrice


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