
Recensione di Beatrice On 20-Aug-2023
Sul muro del dolore che separa la Corea del Nord da quella del Sud vengono affissi messaggi e desideri delle famiglie e degli amori distrutti dalla separazione forzata.
Poongsan è un eroe, un super-uomo che, valicando il confine con incredibile abilità e coraggio, cerca di colmare la distanza recapitando le lettere e i sentimenti delle persone costrette all'isolamento affettivo.
Un giorno una misteriosa richiesta di agenti governativi lo indurrà a ricondurre dal nord al sud In-oak, amante infelice di un potente disertore nord-coreano.
Costei avrebbe preferito morire che tornare da lui e i due durante il pericoloso viaggio si innamoreranno senza rivelarselo.
Al rientro il sospetto di questo illecito colpo di fulmine scatenerà la gelosia paranoica e ossessiva del disertore che farà degenerare la situazione in una guerra intestina tra agenti nord-sud.
Scritto e prodotto dal grande regista Kim Ki-duk non poteva non essere un capolavoro.
L'odio e i rancori tra nord e sud, tra comunisti filocinesi e capitalisti filostatunitensi, nel disvelamento del fatto che qualunque ideale politico viene rimesso in discussione dal denaro burattinaio di ogni individuo.
Nessuno si fida di nessuno: e la rappresentazione è quella di un uomo ridicolo ai limiti del grottesco....
Un noir politico-esistenziale sulla idiozia umana, una metafora della follia delle guerre.
Poongsan è il simbolo del dialogo che può realizzarsi solo attraverso il linguaggio dell'amore che non ha voce, nè bisogno di parole, proprio perché universale, ma destinato a soccombere.
Tra Nicolas Vinding Refn, vedi Drive, Johnnie To e Park Chan Wook, con la visionarietà di Kim Ki-duk.
Meraviglioso, perfetto anche per una mostra di arte cinematografica.
20-Aug-2023 di Beatrice