PIETA

Kim Ki-Duk Pieta Drama • 2012 • 1h 44m

Recensito da Beatrice 27. June 2023

Cheonggyecheon, zona spettrale ai margini di Seul, che vede la nascita dell'attuale capitalismo coreano, con un'umanità schiava del lavoro, in condizioni di degrado fisico e psichico.

Prima scena, una sedia a rotelle, un gancio, una catena: un omicidio.

Kang Do vive in completa solitudine  in un appartamento con affaccio su una parete ove è scritto: " per sempre Alleluja". La sua occupazione è raccogliere i crediti degli usurai. I debitori firmano una polizza che prevede una riscossione di denaro nel momento in cui, impossibilitati  a risarcire il debito, verranno storpiati per garantire la restituzione del prestito decuplicato in pochi mesi.

Kang do non esita a procedere al rituale in quanto si accanisce contro la mancanza di responsabilità di coloro che chiedono denaro senza essere in grado di restituirlo.

Un giorno inizia a seguirlo una donna di mezza età che si intrufola anche in casa. Afferma di essere la madre, la quale pentita e prostrata vuole farsi accettare e perdonare per averlo abbandonato trenta anni prima.

Gli prepara il pranzo, lo accudisce  e   lavora alla calza un maglione, fino a portarlo a fidarsi di lei, a lasciarsi andare e a iniziare a rendersi conto della vita che conduce. Il problema infatti sarà continuare a vivere di fronte ad un esercito di uomini e donne vendicativi ridotti alla marginalità per storpiature da debiti. Kung Do inizierà a prendere consapevolezza di fronte  al denaro, alla vita, alla morte, alla vendetta e all'amore che ha iniziato a scoprire.

L'esito della storia non è svelabile se non assistendo alla visione  di questo gioiello cinematografico.

Cos'è il denaro: l'inizio e la fine di tutto, il portatore simbolico di tutti i valori, il riscatto per un abbandono irresponsabile, la rincorsa ad una vita di schiavitù dove tutto diventa degrado e morte. Il risarcimento attraverso la richiesta di responsabilità non si compie, la vendetta avrà la meglio. Aver provato l'amore materno senza esserci cresciuti crea dipendenza distruttiva.

Denaro, vita,  amore, morte, vendetta, responsabilità: ancora una volta Kim Ki-duk ci meraviglia con la presentazione del capitalismo estremo e delle sue conseguenza,  del degrado umano, attraverso le ferite e le fratture che il materialismo determina svuotando l'esistenza di qualunque senso residuo.

"Un film dedicato a tutta l'umanità", sostiene il regista, " i miei film sono gli occhi attraverso i quali vedo la realtà". Una rappresentazione della pietà per le vittime e i carnefici del capitalismo.

Seduce e convince definitivamente il suo ritratto sconvolgente.

Difficile rientrare in sala dopo questa esperienza, se non per vedere qualcosa di altrettanto geniale e artistico.

L'unico terribile timore che non vinca la 69 mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.  Un timore che dovrebbe confrontarsi con una grande responsabilità e magari alimentare spirito di vendetta nei confronti di un mercato che decide a prescindere  dalla qualità.

Una straordinaria imperdibile opera d'arte.

Vince il Leone D’oro alla mostra di arte cinematografica di Venezia.

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