Pieces of a woman

Kornél Mundruczó Pieces Of A Woman Drama • 2020 • 1h 55m

Recensito da Beatrice 27. June 2023
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Addossare la responsabilità di un parto casalingo fallito alla levatrice sembra l’unico obiettivo della madre e del marito di Marta.

Costei, devastata psicologicamente e fisicamente dalla nascita di una splendida creatura, morta per cause imprecisate, qualche minuto dopo essere nata, inizia a vivere la sua Via Crucis personale e familiare.

Il dolore vissuto nell’assoluta solitudine e incomprensione altrui le farà acquisire uno sguardo radicalmente nuovo.

Ciò che è accaduto non può essere risarcito e Marta non cerca alcuna inutile stupida “giustizia”.

La sceneggiatrice Kata Weber già del pluripremiato White Dog dello stesso regista, mette mano a questo tema vissuto personalmente dalla coppia Mundruczó:

Mia moglie ed io volevamo condividere con il pubblico una delle nostre esperienze più personali attraverso la storia di un figlio non nato, nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per il dolore - afferma il regista. Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia?

Riusciremo a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del dolore?

Venticinque/ trenta minuti assordanti di travaglio, un tempo forse mai dedicato dal cinema a questa condizione brutale pre-parto.

Altrettanta attenzione dedicata alle incomprensioni della madre, gli egoismi del marito e ai empi necessari per recuperare i pezzi di una identità lacerata.

«Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».

Come peccato originale, Marta mangia mele, le ricordano il profumo della figlia e solo quando avrà recuperato i suoi frantumi e quelli di tutte le donne, avrà modo di ricostruire colei che sarà in grado di partorire la nuova Eva, non più condannata al dolore e al peccato per aver mangiato il frutto dell’albero proibito, la nuova donna mangerà la mela dopo averla raccolta arrampicandosi spontaneamente e liberamente ad un albero.

Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera.

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