PARTISAN

Ariel Kleiman

1h 38m  •  2015

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Recensione di Beatrice On 20-Aug-2023

Alexander è nato da poche ore ed è figlio di una donna maltrattata.

Gregori la accoglie nella sua casa famiglia dove raccoglie donne e bambini in difficoltà, facendoli vivere isolati da quel mondo esterno che vede ostile, ingiusto e crudele.

Ai bambini insegna tutto e esercita la sua autorità in modo affettuoso, comprensivo e contemporaneamente rigido e misterioso.

Traspare dal suo carisma un aspetto del suo carattere inquietante e sorprendente: tra le attività quotidiane e ludiche come il karaoke, è previsto l'insegnamento di una materia sui generis: l'omicidio. Nonostante i bambini siano addestrati a sparare il mondo che vivono è piuttosto rassicurante sebbene claustrofobico e non è previsto alcun contatto con l'esterno come in Dogtooth di Lanthimos.

Alexander diventerà il figlio adottivo e prediletto di Gregori, nonché un perfetto assassino: si reca infatti fuori dal contesto famiglia per uccidere in modo freddo e calcolato.

Niente turba la sua coscienza che sembra non sapere cosa comportano le sue azioni; il suo mentore non sta crescendo un essere umano ma un individuo che deve rispettare le regole e essere affidabile in base al codice della famiglia/comunità autoctona.

Le donne sembrano vivere ignare rispetto a ciò che accade ai loro figli, mentre la madre di Alexander aspetta un altro figlio.

L'ingresso di una donna con due bambini, di cui uno, Leo di 11 anni, diverso dagli altri bambini, turberà fortemente il contesto. Leo infatti disobbedisce e reagisce e questo lascia Alexander stupito, incuriosito e confuso. Inizia a scorgere le debolezze di Gregori e a osservare la situazione sotto una luce completamente nuova.

Intanto Alexander vede la nascita del fratellino Tobias e questo lo porterà a compiere una scelta drammatica e irrevocabile.

Un film coronato da imperfezioni ma anche da eccellenze come l'imperdibile scena finale e la capacità di raccontare per immagini senza ricorrere a spiegazioni didascaliche.

Alla Weltanschauung di Gregori Kleiman contrappone la morale kantiana che sembra insita in Alexander.

Sebbene Gregori non lo educhi al pensiero autonomo ma all'omicidio obbligatorio, Alexander ha una "legge morale" dentro di sé.

Come diceva Kant abbiamo un mondo conoscitivo regolato secondo leggi fisiche necessitanti e limitate al piano fenomenico, mentre il mondo morale si fonda sul postulato della libertà che istituisce autonomamente la legge morale.

Ecco perché Alexander nonostante le sue conoscenze siano dettate dal mondo che vive e dalle esperienze che gli vengono imposte non limita la sua morale ad esse ma individua una facoltà autonoma che lo conduce ad una scelta libera.

Il limitato "cielo stellato" che Alexander vive non limita la sua costellazione morale e l'interpretazione del neofita Jeremy Chabriel merita una menzione a parte.

20-Aug-2023 di Beatrice