
Recensione di Beatrice On 25-Nov-2024
Maternità: se fosse stato facile, non sarebbe mai iniziato con qualcosa chiamato travaglio.
Il primo giorno di scuola di un istituto femminile superiore: il programma presentato riguarda anche temi importanti, come l’eutanasia, il suicidio, la responsabilità, l’etica.
La prima impressione è quella di ma scuola che si occupi delle emozioni, delle idee, della formazione emotiva e concettuale delle studentesse.
Hee-yeon, insegnante di liceo seria e dedicata al lavoro, sembra avere una vita che scorre serenamente. Ma presto si trova ad affrontare pesanti sfide personali: dalla scoperta della sua presunta infertilità alle cattive notizie riguardanti il progetto per la costruzione della sua casa. A peggiorare le cose, una sua studentessa, Yu-mi, rimane incinta. Sotto la pressione della sua collega, Hee-yeon le consiglia con riluttanza di lasciare la scuola pensando che sia la cosa migliore. Tuttavia, anche l'insegnante rimane inaspettatamente incinta e la notizia capovolge l'intera situazione. Hee-yeon inizia ad aprirsi a Yu-mi e ad attraversare qualcosa che non aveva mai provato prima.
A scuola non si può parlare di interruzione di gravidanza, sarebbe diseducativo, a quanto pare, anzi occorre allontanare dalla scuola la ragazza perché incinta, potrebbe essere un cattivo esempio per le altre studentesse.
Tra una cultura impreparata, una famiglia assente, slabbrata e giudicante, una scuola inadeguata ad affrontare una situazione di questo genere i buoni propositi del programma scolastico iniziale fondato sulla pedagogia e sull’etica decade vertiginosamente difronte alla gravidanza di una quindicenne, senza che qualcuno riesca a gestirla con un minimo di morale, accoglienza, comprensione, assistenza.
Il film non esita a sottolineare anche la differenza culturale e sociale tra la responsabilità di una maternità e di una paternità: il ragazzo, padre del bambino continua a studiare e viene ammesso all’università mentre Yu-Mi vede interrotto qualunque percorso di studi.
Un evento, quello della maternità, che può travolgere definitivamente il destino di una ragazzina, allontanata senza possibilità di deroghe future scandite dal corpo insegnanti, dai genitori delle altre studentesse, dal direttore della scuola, mentre la maggior parte delle sue compagne vorrebbero riaverla in istituto.
Un film che fa conoscere con lucidità documentaristica, come la cultura sud coreana affronta il problema della maternità adolescenziale, sia in ambito familiare, scolastico, sociale, politico.
Una lettura attenta della mancanza di rivendicazione delle proprie spettanze da parte di Yu-mi sia nei confronti della paternità che delle istituzioni. Un ritratto che evidenzia la remissività dell’atteggiamento femminile rispetto ai propri diritti, come se non si potesse pretendere nulla: l’acquisizione di un titolo di studio, di un aiuto assistenziale ed economico.
La responsabilità della gravidanza ricade completamente sulla donna, in questo caso sulla studentessa minorenne evidenziando le pressioni sociali e le sfide dell'identità femminile in un contesto strutturalmente, atavicamente conservatore.
I conflitti attuali e il senso di colpa per essere una donna madre e una persona a pieno titolo sono un malessere socialmente definito, non un problema individuale.
25-Nov-2024 di Beatrice