Recensione di Beatrice On 07-Sep-2024
I barbari sono quelli che negano la piena umanità degli altri. Ciò non significa che essi ignorino realmente la loro natura umana, né che la dimentichino, ma che si comportano come se gli altri non fossero umani, o non completamente.
Si comincia dalla fine…
Filmati di repertorio.. la morte di Mussolini, mentre afferma, mi avete ucciso perché mi amavate troppo.
Da D’Annunzio e Fiume alla storia che avanza.
Una serie di insuccessi, dal socialismo all’Avanti, dagli arditi al fascismo.
Filippo Tommaso Marinetti a casa di Margherita Sarfatti, critica d’arte ebrea, sposata con l’avvocato socialista Cesare Sarfatti, amante e pigmalione del futuro dittatore fascista italiano.
Gli arditi puntavano a mutare le paure in odio, la violenza era il mezzo.
Mentre uno straordinario Mussolini (Luca Marinelli) si interfaccia con lo spettatore, con le sue espressioni, insulti, slogan, demagogie: sostiene tutto e il contrario di tutto, perché il fine è il potere e il mezzo qualunque cosa.
La storia si fa partendo dagli ultimi…si attizzano le bombe e le rivoltelle… noi siamo la sintesi di tutte le affermazioni e di tutte le negazioni.
Due Mussolini in lotta tra loro si moltiplicano. La violenza non deve essere più gratuita ma ragionata e riuscire a gestire gli arditi è sempre più difficile soprattutto se gli input sono contraddittori.
Da Nitti a Giolitti, la politica tradisce sé stessa, mentre Mussolini tradisce tutti, compreso se stesso perché hanno tutti ragione: questa è la strategia politica di un fascista ragionevole e rispettabile!
Make Italy great again!
Benito Amilcare Andrea Mussolini, nato il 29 luglio 1883 da Rosa Maltoni e Alessandro Mussolini, era contro tutto, compreso la chiesa e le elezioni ma il fascismo si sa, è tutto e il contrario di tutto.
La democrazia è bellissima ti da un sacco di libertà anche quella di distruggerla , infatti la aboliremo.
Sullo sfondo di un ingrandimento del Caravaggio de il Davide con la testa di Golia, Mussolini tratta con la chiesa su vari temi; un finto braccio di ferro che Mussolini ha già vinto, prima con il Re poi con il Vaticano.
Anche perché il suo Non Expedit è la minaccia che incombe e non conviene a nessuno: la violenza da ragionata può diventare gratuita in un attimo…
Festa orgiastica
Celodurismo fascista
Elezioni: votare fascista deve essere una soluzione a tutti i mali.
Chi mandiamo in parlamento? 360 seggi e noi non abbiamo 360 candidati decenti: diciamoci la verità… i fascisti sono quello che sono…
Apriamo la lista a tutti ma alle nostre condizioni: l’umanità è disgustosa.
“Quando ti assale il pessimismo sei più insopportabile di quando di ti senti Dio”, parole di Margherita.
Con la cavezza d’oro al collo consegnata dal re Mussolini è l’emblema della volgarità e della rozzezza, con l’ossessione infantile di essere amato da tutti.
Nel 1932, nel corso dell'intervista del giornalista e scrittore Emil Ludwig, Benito Mussolini dichiara che la donna deve obbedire, che la sua opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo e che nello Stato fascista essa non deve contare.
Eppure di donne ne aveva tante e il suo atteggiamento di dominio sessuale animalesco è perfettamente ritratto dalla serie.
Misogino e maschilista ricorreva ad una sessualità predatorio: “nessuna donna godrà dell’intimità con me perché appena finito in fretta io guardo il cappello”.
Se la sua debolezza è piacere a tutti, dovrà farlo anche con le donne, da utilizzare secondo gusti, funzioni, contesti diversi; la povera prima moglie Ida Dalser, rapita sulla strada legata, narcotizzata, lacero contusa, trascinata nel manicomio di Pergine.
Dalla fine di Mussolini, dall’inizio socialista al delitto Matteotti; Joe Wright ricompone un puzzle travolgente per ambienti, fotografia, interpretazioni, dialoghi, intuizioni, battute, slogan e musica composta da Tom Rowlands.
Un ritmo assordante, divertente e appassionante attraversa l’ossessione e la paranoia di un uomo per il potere, fine assoluto della sua condizione psicofisica.
Un ritratto pazzesco, mirabolante di un maschio che incontra una politica inadeguata e incompetente a individuarlo, a prevenirlo, un’Italia feconda e supina, incapace di arginare un fenomeno spaventoso e incontrollabile, l’identità di un fascismo travolgente per involontaria comicità.
Si chiude con il Discorso di Mussolini sul delitto Matteotti del 3 gennaio 1925.
Mussolini si assunse "la responsabilità politica, morale e storica" di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi e specificamente del delitto Matteotti, ma al tempo stesso se ne chiamò fuori descrivendolo come la conseguenza del clima politico violento dell’Italia di quegli anni.
Signori! Il discorso che sto per pronunziare dinanzi a voi forse non potrà essere a rigore di termini classificato come un discorso parlamentare. Può darsi che alla fine qualcuno di voi trovi che questo discorso si riallaccia, sia pure traverso il varco del tempo trascorso, a quello che io pronunciai in questa stessa aula il 16 novembre. Un discorso di siffatto genere può condurre e può anche non condurre ad un voto politico. Si sappia ad ogni modo che io non cerco questo voto politico. Non lo desidero: ne ho avuti troppi. L’articolo 47 dello Statuto dice: «La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del re e di tradurli dinanzi all’Alta corte di giustizia.» Domando formalmente se in questa Camera, o fuori di questa Camera, c’è qualcuno che si voglia valere dell’articolo 47.
Così chiude l’ultimo capitolo della serie, con Mussolini/Marinelli che guardando la videocamera dice: Silenzio…
Esattamente come, inconcepibilmente, le cose sono andate, questa è storia.
Una ricostruzione oggettiva, spettacolare, un kolossal sorprendente su una farsa che divenne tragedia, su un personaggio mai persona, con una mimica grottesca, una gestualità esuberante, distruttore, adulatore, trasformista, circondato da violenti saltimbanchi, una politica pavida e inetta, un popolo atavicamente suddito e vassallo.
Non ci si libera da ciò che si è pur travestendosi: un destino fatale.
Imperdibile!
Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest'aula, in cui una sciagurata voce irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l'esilio e la morte.
07-Sep-2024 di Beatrice