Logo

Lucky Apartment

Lucky Apartment

Kangyu Ga-Ram

Drama • 2024 • 1h 36m

Questo film è stato presentato a Asian Film Festival a Roma

Dopo nove anni di convivenza, la relazione tra Sun-woo e Hee-seo, una coppia lesbica che vive alla periferia di Seoul, comincia a incrinarsi quando un misterioso odore emerge dall’appartamento sottostante. La scoperta del corpo dimenticato di un’anziana vicina scatena una serie di tensioni: tra le due donne, con i vicini e con una società che continua a ignorare le vite queer. Lucky Apartment intreccia intimità e critica sociale, trasformando un piccolo appartamento in teatro di esclusione, memoria e resistenza.

Recensito da Beatrice 13. April 2025
Ciò che viene espulso dalla norma torna come spettrale: il queer è il fantasma della società eteronormata.
 
(José Esteban Muñoz)



Con Lucky Apartment, la regista non si limita a raccontare una crisi relazionale: costruisce un dispositivo filmico che interroga la materia stessa dell’esistenza queer in una società che nega sistematicamente riconoscimento, memoria e spazio. Il film si muove sul crinale tra il visibile e l’inudibile, tra ciò che si manifesta in superficie e ciò che marcisce nelle fondamenta del vivere quotidiano.
La vicenda ruota attorno a Sun-woo e Hee-seo, coppia lesbica trentenne, la cui vita comune viene erosa dall’apparente banale esperienza di un cattivo odore proveniente dall’appartamento sottostante. Ma ciò che si presenta come un semplice disturbo olfattivo si rivela presto come un’epifania della precarietà queer: l’odore è il reale che ritorna, è l’irruzione di ciò che la normalità borghese tenta di reprimere con profumi, silenzi e regole condominiali.
La decomposizione di un corpo invisibile – quello di una donna anziana, anch’essa presumibilmente queer, morta senza nessuno che la reclamasse – diventa il perno attorno a cui ruotano i temi dell’abbandono, dell’omofobia sistemica, e della solitudine strutturale a cui sono destinate le vite non normate. Nell’assenza di riconoscimento legale e sociale, anche la morte si fa esilio: la compagna della donna, Jeong-nam, non ha alcun diritto sul corpo dell’amata, che diventa proprietà dello Stato, del vuoto, dell’oblio.
Kangyu costruisce una riflessione radicale sull’abitare, non solo come spazio fisico ma come condizione ontologica. L’appartamento, luogo per eccellenza della sicurezza domestica, si trasforma in campo di battaglia simbolico: mentre Hee-seo cerca di mantenere una rispettabilità che le consenta di sopravvivere nel contesto aziendale maschilista, Sun-woo si lascia invadere dal perturbante, rifiutando di ignorare la puzza, ovvero la verità che quella società vuole tenere nascosta.
La narrazione metaforica si sdoppia: da un lato il thriller olfattivo, dall’altro il dramma esistenziale. E proprio nel passaggio tra questi due registri si apre lo spazio per una tenerezza inattesa, una possibilità di cura che nasce non dalla risoluzione del conflitto, ma dall’accettazione della vulnerabilità condivisa. Sun-woo e Hee-seo seppelliscono simbolicamente la donna morta, creando un piccolo mausoleo segreto per tramandarne la memoria. In questo gesto, la cura si fa resistenza, e la memoria diventa forma di giustizia postuma.
Lucky Apartment è un’opera che chiede di essere indossata più che interpretata. In un’epoca in cui i diritti LGBTQIA+ continuano a essere oggetto di contesa, e in un contesto – quello sudcoreano – in cui il riconoscimento giuridico è ancora frammentario, il film non offre soluzioni né proclami, ma mostra l’irriducibile complessità del vivere queer in un mondo che vorrebbe questa realtà trasparente, neutrale, silenziosa, senza riconoscimento, tantomeno diritti.
Con uno sguardo che mescola rigore documentario, immaginazione poetica e urgenza politica, Kangyu Ga-ram apre uno sguardo e, allo stesso tempo, ne custodisce il dolore come forma di conoscenza. Un ritratto necessario del nostro tempo: non solo per ciò che racconta, ma per il modo in cui costringe a sentire ciò che solitamente non ha voce – o, in questo caso, ciò che non ha odore.


L’invisibile non è ciò che non si vede, ma ciò che si sceglie di non guardare.(Jacques Derrida)


 22° Asian Film Festival 

Altri film

anora_avatar_image
ANORA

Sean Baker

Comedy • 2024 • 2h 19m
lacci_avatar_image
LACCI

Daniele Luchetti

Drama • 2020 • 1h 40m
the_settlement_avatar_image
THE SETTLEMENT

Mohamed Rashad

Drama • 2025 • 1h 34m
una_figlia_avatar_image
UNA FIGLIA

Ivano De Matteo

Drama • 2025 • 1h 43m
noriko_s_dinner_table_avatar_image
NORIKO'S DINNER TABLE

Sion Sono

Drama • 2005 • 2h 38m
anselm_avatar_image
ANSELM

Wim Wenders

Documentary • 2023 • 1h 33m
wake_up_on_mars_avatar_image
WAKE UP ON MARS

Dea Gjinovci

Documentary • 2020 • 1h 14m
padre_pio_avatar_image
PADRE PIO

Abel Ferrara

2022 • 1h 44m