
Recensione di Emanuele On 12-Nov-2024
Ave, Satana!
Lee, una giovane agente dell'FBI con poteri paranormali deve occuparsi di una serie di omicidi in cui alcuni padri di famiglia sterminano le loro famiglie e poi si suicidano. Sembra ci sia qualcuno esterno al nucleo famigliare a spingere gli uomini a compiere tali gesta. Ennesimo thriller/horror made in USA che parte bene e poi si perde in scelte di sceneggiatura banali, dove l'inserimento del paranormale, in un contesto fortemente realistico, fa perdere forza alla storia. Nel dare la caccia a colui che è l'origine del male, Lee dovrà compiere un viaggio anche dentro la sua oscurità, sino a scoprire che da bambina ha conosciuto Longlegs, l'inquietante uomo cultore di Satana che spinge i padri a sterminare le famiglie. Il male non è esterno alla protagonista, fa parte di lei, sua madre ha più di un legame con Longlegs e probabilmente anche Lee, ma Perkins fortunatamente non è eccessivamente didascalico nello spiegare il loro rapporto.
"Longlegs" funziona come saggio sulla costruzione della tensione. È interessante nel modo in cui usa la messa in scena per creare spavento. La risoluzione del mistero è invece banale, eccessivamente spiegata e a tratti ridicola. Un'opera quindi squilibrata, scarna e secca nella prima parte, ridondante e dai meccanismi da thriller commerciale nella seconda. Il comparto tecnico è ottimo. La fotografia è gelida negli esterni e nelle scene in cui appare Longlegs, in forte contrasto con quella più calda degli interni, soprattutto della casa di Lee, che dovrebbe essere un luogo sicuro ma che in realtà è anch' esso minacciato dal male. Perkins gioca con i formati cinematografici, si passa dal 4:3 al formato classico, quando in scena ci sono dei bambini colloca la macchina da presa alla loro altezza, così da rendere più invasivo tutto ciò che li circonda, i campi lunghi e lunghissimi sugli esterni scarni e innevati sono epidermicamente minacciosi. Quando la protagonista viene inquadrata frontalmente non è mai al centro del quadro totale, c' è sempre troppo spazio sopra la sua testa, oppure viene ripresa in campo lungo, così da insinuare la paura che possa apparire Longlegs alle sue spalle. Lee è più piccola del maligno che la circonda e la invade. L'occhio dello spettatore cerca in maniera spasmodica dove sia l'orrore, ma il regista disattende le aspettative, la negazione della visione crea un' inquietudine palpabile. La sceneggiatura non é all'altezza della regia. Tale squilibrio rende il film un ibrido. Un lungometraggio furbo che non ha il coraggio di essere radicalmente ambiguo come il "Twin Peaks" di David Lynch, purtroppo possiede palesi smanie commerciali. Il sonoro è grandioso, la partitura musicale fa accapponare la pelle cosi come le improvvise impennate sonore. Il discorso sull'istituzione familiare che non è un luogo sicuro, seppur non originale, inquieta. Non è sicura la famiglia della protagonista, non lo è stata quella di Longlegs, non lo sono quelle che vengono sterminate. Si procede per suggestioni registiche e sonore, non cola una goccia di sangue in questo film, la violenza è ancestrale.
Visioni, serpenti, triangoli, croci, bambole, madri psicotiche o anch'esse infestate dal male, rimandi alla musica rock (Lou Reed su tutti). Viene citato Charles Manson e il Libro della Rivelazione del Nuovo Testamento. Il personaggio di Longlegs ha in sé Manson, Reed e molti altri artisti glam rock e punk, la sua estetica lo rende ambiguo, è un uomo ma ha anche fattezze femminili: il male non ha un' identità sessuale definita.
Alla recitazione tutta in sottrazione della protagonista viene contrapposta quella sopra le righe di Nicholas Cage e di Alicia Witt (quest'ultima tra le altre cose risulta anche troppo giovane per interpretare la madre di Lee).
I paragoni con il grandioso "Il silenzio degli innocenti" hanno senso solo nell'uso che entrambi fanno degli spazi scenici. Luoghi non solo fisici ma anche mentali, ma la compattezza della sceneggiatura del film di Demme, così come il suo affrontare il male terreno e non ultraterreno, lo rendono più di una spanna sopra l'opera di Perkins.
"Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?». Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L' adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.
Chi ha orecchi, ascolti: Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso. In questo sta la costanza e la fede dei santi. Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei"
(Apocalisse 13 dal Libro della Rivelazione del Nuovo Testamento)
12-Nov-2024 di Emanuele