LE BRUIT DES MOTEURS

Philippe Gregoire

1h 19m  •  2021

le_bruit_des_moteurs_movie_avatar

Recensione di Beatrice On 20-Aug-2023

Quebec

Auto che fanno il burnout circolare

Addestramenti al limite del surreale per gli addetti alla dogana.

La sudorazione va tenuta sotto controllo e per non far appannare il casco occorre portarlo sempre, anche durante le attività quotidiane.

Alexandre e’ un istruttore presso la dogana canadese, insegna come usare le armi da fuoco anche a chi non ne ha mai fatto uso e non ne possiede alcuna.

Alcuni sono convinti del lavoro che fanno, altri solo per guadagnare qualche soldo per poter studiare, come l’alter ego dì Alexandre con la quale si intrattiene sessualmente, mentre lei è impegnata a stirare indossando il casco.

Per questo il giovane istruttore, dopo un interrogatorio sadico-perverso- morboso viene sospeso in quanto giudicato affetto da dipendenza sessuale.

Torna a casa dalla madre che gestisce una pista per auto da corsa, a 45 km da Montreal, in un luogo ameno e isolato ma vicino a un campo da golf per ricchi possidenti che non vogliono sentire il rumore dei motori.

La conoscenza con una giovane pilota islandese, arrivata sul posto per partecipare ad una gara automobilistica porta in po’ di ossigeno nella vita del ragazzo ma qualcosa di anomalo imperversa sulla sua quotidianità…

Proprio in seguito al suo ritorno qualcuno inizia ad attaccare sulla porta della chiesa disegni e graffiti pornografici audaci e scabrosi il cui protagonista ha le sembianze del giovane stesso.

Costui accusato dalla polizia locale rigetta qualunque responsabilità con forza e decisione ma alla seconda intimidazione ne fa le spese in modo violento.

Il signor Mastrogiuseppe, il cognome del ragazzo di origini italiane, si trova, sia sul posto di lavoro che nella sua cittadina sperduta a dover fare i conti con il teatro dell’assurdo sia professionale, svolgendo un lavoro nel quale non si identifica affatto, sia a causa delle accuse ingiuste e dei moralismi perversi e bigotti dei capi e delle forze dell’ordine: Alexandre diviene così il capro espiatorio degli innumerevoli disturbi psichici e esistenziali dai quali è circondato, compresi quelli materni.

Descrive il posto in cui abita come una sorta di Monopoli nel quale due, max tre famiglie gestiscono tutta la ricchezza.

Sebbene quella terra nera in origine era considerata molto fertile e molti patrioti rivoluzionari erano stati scomunicati dopo essere diventati da colonia francese a dominio anglosassone dal XVIII secolo, ormai nessuno sembra ricordare le origini e il passato di quelle tradizioni.

Incalzato a collaborare, vessato, picchiato, sottoposto a ricatti, attraverso Il protagonista, il regista dichiara di aver voluto raccontare la sua esperienza biografica, durante i suoi studi.

“L’unico modo che avevo per pagarmi gli studi e girare i primi cortometraggi era lavorare alla dogana al confine tra Canada e Stati Uniti. Non mi piaceva affatto lavorare lì, ed è una parte della mia vita che per lungo tempo ho nascosto ai miei colleghi registi. Per la prima volta, invece, ho avuto l’opportunità di ritornare all’esperienza di quegli anni in cui, lavorando alla dogana, sognavo di realizzare film. In tutta umiltà, Le bruit des moteurs mi ha permesso di fare luce su una parte della mia vita che per lungo tempo ho cercato di negare”.

Nato in Canada ha conseguito una laurea in cinema e letterature comparate all’Università di Montreal e un master in comunicazione e creazione sperimentale dei media all’Università del Québec, sempre a Montreal. Si è laureato anche in sceneggiatura presso l’Institut National de l’Image et du Son di Montreal. I suoi cortometraggi, One Man (2016), Aquarium (2013) e Beep Beep (2011) sono stati presentati in centinaia di festival in più di venti paesi. Le bruit des moteurs (2021), un lavoro di autofiction, è il suo primo lungometraggio.

Un originalissimo esordio quello del giovane regista, sia nella forma, sofisticata e eccentrica che nei contenuti così centrati sul concetto di privacy, sulle paranoie esistenziali, giocate sulle ossessioni sessuali e sulle fissazioni persecutorie fondate su falsi moralismi e su un mondo che ruota su sé stesso in un burnout circolare claustrofobico, ottuso e senza via d’uscita.

20-Aug-2023 di Beatrice