
Recensione di Beatrice On 27-Jun-2023
Maggio 1945
La seconda guerra mondiale è appena conclusa e molti prigionieri tedeschi vengono deportati in Danimarca per togliere due milioni di mine antiuomo e anticarro disseminate dagli occupanti della Germania lungo la costa Ovest del paese.
Vastissime spiagge fronte mare sono state oggetto di un paranoico lavoro di occultamento di mine e giovanissimi nemici, sottoposti a lunghe sedute senza cibo, sono costretti al disoccultamento. La vendetta sembra crudele e il sergente Leopold Rasmussen nutre profondo disprezzo per i tedeschi, dopo aver subito cinque lunghi anni di occupazione, di stenti e di violenze.
Le giornate trascorrono all'insegna della disumanità e della morte che incombe ma alcuni eventi faranno acquisire un nuovo modo di vivere il nemico, così vicino e a sua volta vittima di un acerrimo risentimento.
L' idiozia della guerra è la grande protagonista di un film che racconta uno spaccato di storia vera e altrettanto sconosciuta.
La violenza subita genera lo spirito mostruoso della vendetta in una faida che coinvolge un umano troppo stupidamente tale.
Cento minuti di tensione, di pathos, di dolore e di insensatezza in un contesto nel quale non c'è nulla se non l'orrore inutilmente perpetrato.
Il volto feroce della guerra si rispecchia nel ritratto di piccoli adulti poco più che bambini che devono pagare colpe inspiegabili a qualunque lume della ragione.
Un lavoro distruttivo quello della guerra che richiede energie inesauribili difronte alle quali nessuna catarsi sarà mai fonte di sollievo.
L'ontologia del male, l'assurdità, il danno, il tormento, la fame e l'odore della morte in un film terribilmente coinvolgente ed incredibilmente efficace.
27-Jun-2023 di Beatrice