KASA BRANCA

Luciano Vidigal

1h 30m  •  2024

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Recensione di Beatrice On 27-Nov-2024

La solidarietà è una utopia necessaria

Chatuba, Mesquita, periferia di Rio de Janeiro

Dé, un ragazzo corpulento e teneramente buffo, si prende cura della nonna con grande dedizione.

É un giovane la cui esistenza sembra in bilico tra il passato e un futuro incerto. La sua unica ancora è appunto l’anziana signora, figura amata ma ormai vulnerabile, inghiottita dalla nebbia dell'Alzheimer. In un contesto di difficoltà economiche e abbandono sociale, Dé vive un momento di trasformazione, cercando di trovare significato in una realtà che sembra negargli ogni possibilità. Con il sostegno dei suoi inseparabili amici, Adrianim e Martins, si sforza di cogliere ogni frammento di vita possibile con la nonna, creando ricordi che possano compensare la paura di un domani solitario.

La relazione tra Dé e sua nonna è il cuore pulsante della narrazione: un legame che racchiude temi universali di appartenenza, perdita e resilienza. Abbandonato dal padre nell’infanzia, Dé si ritrova prigioniero di una quotidianità che lo costringe a scegliere tra sopravvivere o vivere pienamente. La metafora del treno che passa, costante nella sua vita, rappresenta sia la transitorietà del tempo che il desiderio di afferrare un senso più profondo oltre la monotonia dell'esistenza.

Kasa Branca si configura come una riflessione cinematografica sull'esistenza, intrecciando i fili della condizione umana con il tessuto delle relazioni affettive e delle difficoltà quotidiane. Presentato al Festival do Rio 2024, questo lungometraggio diretto e sceneggiato da Luciano Vidigal affronta con delicatezza la complessità del vivere, illuminando le dinamiche della resilienza, della speranza e delle radici affettive. Attraverso una narrazione diretta ma intrisa di profondità emotiva, ci immergiamo nelle vite di tre amici, osservandone le sfide, i sogni e la ricerca di senso.

Il film, pur affrontando temi sociali e politici come la precarietà del sistema sanitario, il peso delle ingiustizie istituzionali e la mancanza di supporto pubblico, non si riduce a una denuncia. Al contrario, utilizza questi elementi come sfondo per una più ampia riflessione sulla condizione umana: come si può trovare luce in un mondo che sembra oscurare ogni possibilità, concedendo solo una precaria sopravvivenza nel presente? La risposta di Vidigal, formalmente semplice e imperfetta, si concretizza nella solidarietà, nella forza dei legami umani e nella capacità di affrontare l’ignoto con tenacia, nonostante tutto.

Presentato in anteprima al Festival do Rio 2024, Kasa Branca non è solo un racconto: è una meditazione visiva sul senso del tempo e sulla capacità di scorgere bellezza anche nella sofferenza. La sua forza risiede nei gesti semplici, nei momenti di condivisione che uniscono i personaggi e nella tensione verso un tentativo di resistenza che, pur flebile, persiste. Vidigal riesce così a trasformare una storia intima in una riflessione collettiva, invitando lo spettatore ad emozionarsi, divertirsi, mettersi in gioco attraverso un cinema indipendente che ritrae un mondo naif, precario, fragile, invisibile.

27-Nov-2024 di Beatrice