
Recensione di Beatrice On 23-Jun-2023
Una Ninna nanna apre il film.
Due ragazzini giocano a cercarsi nei campi di granoturco, esplorano grotte e percorrono boschi.
C'è un lago davanti casa e fanno il bagno... Elias cerca sempre Lucas e lo chiama.
Vedono una macchina arrivare e tornano nella loro casa tutta design con immagini di donna sfocata. La madre é tornata ha il volto bendato e il suo nuovo comportamento gli fa dubitare che sia veramente lei.
Impartisce regole rigidissime, è aggressiva e anaffettiva.
Le tende devono essere chiuse, nessuna visita in casa; i ragazzi collezionano insetti e lei ha comportamenti strani.
La spiano, la sorvegliano e lei finge di dormire.
Un tizio passa a riempire il frigo di pizze al salame.
Lei ispeziona la loro camera e aggredisce Elias. Hanno un gatto e lo trovano morto...lo mettono nel l'acquario e lei ci butta gli scarafaggi.
Cercano prove della identità della madre e lei una mattina li accoglie senza bende e come se nulla fosse accaduto.
Ora il gioco inizia a farsi ancora più duro...
Crocifissi, teschi, paesaggi spettrali, depistaggi di una paranoica sceneggiatura...
Il dramma sarà svelato e niente di più lontano dalla banalità sarà l'esito della storia. Una architettura drammatica e sfocata, dai tratti claustrofobici e penetranti nel tessuto epidermico. L'amore familiare, questo sconosciuto, è tutto un rapporto di forze e di violenza.
Chi dominerà la situazione? Chi è il responsabile dell'accaduto? Quale equilibrio di poteri c'è nelle famiglie? Ma soprattutto che drammi esistenziali si nascondono dietro i fatti di cronaca?
Un film che coagula il sangue, che corrode il corpo senza mollare la presa; un film che continua a rimanerti davanti gli occhi, quegli occhi che spesso negano di vedere ciò che si è ampiamente visto.
23-Jun-2023 di Beatrice