HABEMUS PAPAM

Nanni Moretti

1h 44m  •  2011

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Recensione di Beatrice On 27-Jun-2023

Breve premessa:

l'elezione del papa viene decisa dai cardinali riuniti in conclave (diritto risalente al 1059, stabilito con un concilio in Laterano voluto da Papa Niccolò II) tramite votazione segreta che richiede la maggioranza dei due terzi. Il conclave si riunisce non prima di quindici giorni e non oltre i ventidue dalla morte del precedente pontefice. I cardinali durante tutta la durata del conclave non possono avere alcun contatto con l'esterno. Per gli scrutini si tengono quattro votazioni al giorno e il loro esito è segnalato ai fedeli all'esterno con una fumata nera se negativo, bianca se positivo. Qualsiasi maschio battezzato celibe può essere eletto papa (sebbene l'elezione di un non vescovo sia avvenuta raramente) e se non ha ancora ricevuto gli ordini sacri gli vengono subito conferiti e viene consacrato vescovo. Le norme in vigore per la sede vacante, per lo svolgimento del conclave e per l'elezione del nuovo papa sono state promulgate nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis da papa Giovanni Paolo II nel 1996.

Il film si apre con i cardinali del conclave che eleggono il papa, il quale emette un urlo di dolore e inizia la sua fuga dalla poltrona del potere.

Arriva lo psicanalista che deve parlare alla presenza di tutti senza menzionare né la mamma, né fare cenno all'infanzia, né tantomeno alla sessualità del papa e l'unica domanda che gli resta è chiedere se ha problemi con la fede, il papa replicherà con un secco NO.

Trovata ancora più surreale nel film di Moretti è quella di dover abdicare, lui psicanalista maschio "non credente", la funzione della analisi, ormai a corto di certezze scientifiche, alla ex moglie.

Quindi il papa si troverà in analisi da una psicanalista donna che lo convincerà di essere vittima del deficit di accudimento cui il santo padre cercherà di porre rimedio con bomboloni alla crema.

Il tutto accompagnato dalle ombre platoniche di un papa che non c'è se non dietro le tende dei suoi appartamenti semplicemente perché "ama la vita" e quindi vagherà per giorni negli accoglienti spazi romani.

Il santo padre ancora non ufficiale non si sente adeguato al ruolo.

Qui sosta il senso geniale di questo straordinario film: investirsi del potere richiede l'incarnazione nel personaggio senza che questo possa essere scalfito dal profondo dubbio esistenziale.

Questo papa, figura così amabile proprio perché pieno di dubbi, di modestia, di vita, di accoglienza, si sente inadeguato; proprio colui che sembrerebbe l'incarnazione della semplicità, in un contesto così lussuosamente metafisico e algidamente fuori luogo, barocco, formale, nonché "ingenuamente" pomposo.

Il potere può incontrare il dubbio della inadeguatezza al ruolo?

Forse no, sostiene Moretti, tanto più si pone la domanda tanto più sorge il dubbio.

Allora non sarà che proprio coloro che avvertono i propri limiti sarebbero i più adatti a ricoprire ruoli di potere?

Forse se la specie si evolve si astiene dal potere?

Il potere e il dubbio sono inversamente proporzionali?

Un film di cui si parlerà molto, ottimo per Cannes, divertente, a tratti geniale, surreale in un percorso tra la finzione e la realtà raccontato da un Moretti superiore e particolarmente raffinato.

27-Jun-2023 di Beatrice