FUNNY FACE

Tim Sutton

1h 35m  •  2020

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Recensione di Beatrice On 23-Jun-2023

Il guadagno è considerato come lo scopo della vita dell’uomo, e non più come mezzo per soddisfare I suoi bisogni materiali.

Dopo la Berlinale Funny Face approda al Torino Film Fest 38 nella sezione alternativa, La stanza di Rol.

Brooklyn, una maschera vola in cielo, sarà indossata da Saul.

Discoteca, una ragazza esce, si nasconde e indossa il burqa prima di tornare a casa. Qui ha un litigio con gli zii presso i quali vive dopo essere rimasta orfana. Fugge da casa e entra in un market, ruba qualcosa ma mentre il gestore tenta di bloccarla Saul interviene e le paga il conto. Escono insieme ed inizia la loro commovente hipster love story.

Anche lui orfano, risiede presso i nonni, ennesime vittime della speculazione edilizia; dovranno lasciare la loro casa al posto della quale sarà costruito un parcheggio.

I due ragazzi dormono, mangiano, passeggiano, si appropriano dell’auto di un ubriaco e mentre lei guida lui ascolta continuamente la radiocronaca delle partite di basket.

La scena più esilarante, commovente e incredibilmente interpretata da Cosmo Jarvis è quella della vittoria dei Nets, che suscita una reazione violenta fisica e verbale assolutamente imperdibile.

Lo sfogo che segue è tutto contro la società di basket che ha costruito il Barclay’s Center, progetto di 49 miliardi di dollari composto da complesso sportivo, un’arena, uffici e abitazioni residenziali a scapito di abitazioni storiche locali espropriate e distrutte.

Brooklyn il “borough” più popoloso di tutta New York, mosaico di quartieri uno diverso dall’altro, regno di hipster, hindie-rock, concentrato di locali, negozi di vestiti usati e gallerie d’arte ha visto negli ultimi anni la trasformazione in zone residenziali abitative di lusso di tendenza. E quando Saul sale sul tetto di un palazzo e osserva il mare e il vecchio luna park che fiancheggia il lungomare e quando passeggia con Zama lungo le coste che uniscono Brighton Beach a Coney Island passa sotto le finestre della Brooklu Heights, con una delle viste su Manhattan più belle di tutta New York, dove il “palazzinaro” speculatore edilizio si intrattiene con tre fanciulle in pose erotico/porno/lesbo.

Telefonate anonime, minacce, aggressioni, niente può minimamente scalfire l’orgia malefica della speculazione edilizia copertura del reciclaggio di denaro sporco.

Saul insegue il mito ribelle di James Dean ma piange dopo un aggressione: non sa esercitare la violenza, sa solo amare e questo è il suo destino. E sebbene voglia lottare e vendicare questa realtà senza regole, se non quelle del denaro, l’unico gesto che gli rimane è far volare di nuovo la maschera simbolo di una giustizia illusoria.

Interpretazione “cosmica” di Saul/Jarvis.

Un film che crea un incantesimo visivo senza rigide strutture narrative con spazi emotivi sconfinati.

Un musica ossessiva incalza nei momenti più enigmatici, una magica colonna sonora accompagna quelli più definiti; il faccia a faccia tra generazioni è un filo che delinea la narrazione; la perdita dei punti di riferimento quali la provenienza, le radici e la casa sono centrali mentre il capitalismo nega il diritto di cittadinanza a chiunque ostacoli la sua inarrestabile avanzata.

La speculazione edilizia/finanziaria risucchia risorse senza generare vero sviluppo. La ricchezza non si diffonde, si concentra.

23-Jun-2023 di Beatrice