BAD LUCK BANGING OR LOONY PORN

Radu Jude

1h 47m  •  2021

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Recensione di Beatrice On 23-Jun-2023

Sfiga o porno pazzesco…

Così recita il titolo di un film più loony che porn, più good che bad luck banging…

La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa

Prologo: porno filmino amatoriale casalingo con interferenze quotidiane

Primo atto: Via a senso unico

Emi cammina per la citta di Bucarest, mercati, supermercati, centri commerciali, lavori in corso, supersuv, giostre, canzoni popolari, parodie, giocattoli, barbie.

Tutti discutono ad alta voce, si litiga, si dicono volgarità.

Pubblicità con esplicite allusioni sessuali; sale videogiochi, slot machine.

Lei riceve telefonate dove si parla del video amatoriale, pubblicato su pornohub.

Emi continua a camminare, è il punto di osservazione sulla città.

Si discute di intelligence, dei tagli del governo all’educazione e alla salute, di ansiolitici, dell’”incenso che sarebbe una cura per il cancro”.

Palazzi fatiscenti, edifici distrutti, quartieri residenziali, biblioteche, discorsi politici diffusi, megaconi gelato di plastica, palazzo del cinematografo di Bucarest.

Secondo atto

Enciclopedia di aneddoti su Stalin, Hitler, foto repertorio su aborigeni, e colonizzatori, persecuzioni etniche, stermini, la connivenza tra chiesa ortodossa e dittature, Ceausescu al potere per 24 anni.

La storia della Gorgone medusa che trasformava gli uomini in pietra; la morale: non voler vedere l’orrore per non rimanere paralizzati.

Lo schermo cinematografico è lo scudo lucido di Atena, consente di guardare l’orrore senza rimanere pietrificati: ecco il cinema di Radu Jude.

Il poeta Eminescu, i canti popolari, i dati: 6 bambini su 10 subiscono violenza domestica.

Frasi, canzoni, grafie volgari e misogine su porte degli ascensori, parchi divertimenti affollatissimi.

Aneddoti di paralisi al braccio destro risolte con incitazioni naziste; “la matematica è ciò che esisterebbe se non potesse esistere assolutamente niente”.

La metafora del gioco dell’amo per i pesci.

Il pompino, la parola più ricercata sul dizionario online; la seconda: empatia.

Frase di Aleksander Blok, il 15 aprile 1912:

“Ho appreso con gioia il naufragio del Titanic, almeno c’è ancora un oceano”.

Un’idea splendida: “la vera bellezza di una donna risiede nel suo uomo”.

LA CITTA’

“Ammira le colonne di un tempio babilonese e disdegna la ciminiera di una fabbrica”

Fai…

Agisci…

Patriottismo

“Una donna multata a Vienna per aver picchiato la sua governante zingara, tornata in Romania dice: Oh paese di libertà, dove posso picchiare le persone quando voglio”.

Cantanti rap, testi misogini e violenti.

Sineddoche, Mussolini, pornografia ( grafia di una prostituta), Parrasio, il padre della pornografia.

Quando Pasolini girò il Vangelo secondo Matteo dichiarò che per i ruoli dei sacerdoti e dei farisei avrebbe scelto facce ottuse da fascisti; in realtà erano membri del partito comunista e dei sindacati.

SGUARDO

Cazzo: “abbiamo incarnato le strutture storiche dell’ordine di virilità sotto forma di schemi di percezione e apprezzamento inconsci”;

Pugno, Potere, Razzismo, Guerra, Realismo;

Rispetto: “un capo della polizia ha asserito che le donne picchiate dai mariti non dovrebbero chiamare la polizia di notte ma aspettare il mattino dopo”;

Robot: “un ufficiale che ha combattuto in Medioriente ha dichiarato che una guerra tra robot eliminerebbe l’empatia umana dei conflitti armati”;

Rovine, Cambiamento, Selfie;

Sentimento: “perché si è sicuri che il cuore sia eticamente superiore rispetto al cervello? Gli atti ignobili non vengono connessi sia con il cuore che senza? Usciremo mai da questa stupida inquisizione sentimentale, dal regno del terrore del cuore?”;

Vanità:” il 99% delle specie mai esistite ora sono estinte”;

Stupro: “il 55% degli intervistati dice che lo stupro in certe situazioni è giustificato, come ad es. sotto l’effetto di alcool e droghe, se la vittima è vestita in modo provocante o se ha accettato di andare a casa di qualcuno”.

Terzo atto

Il processo della professoressa Emi davanti ad una giuria di colleghi e di genitori.

Insinuazioni, volgarità, allusioni, perbenismo.

Negazionismo: “la mascherina è la museruola per gli schiavi, riempiono l’uomo moderno di paura, lo rendono un gregge di pecore, dittatura”.

I bambini, gli studenti sono traumatizzati dal video porno…, i ragazzi non dovrebbero andare sui siti per adulti…, cosa c’è di indecente in una donna che fa sesso con suo marito?

La professoressa legge la poesia erotica del grande poeta Eminescu

Ultimo atto:

E’ stato un intrattenimento, una sitcom, uno scherzo.

3 finali possibili

L’ultimo celebra il film in tutta la sua potenza.

Un puzzle destrutturante e strabico

Centri commerciali, ostentazione di merci, corpi, consumo, immagini di repertorio, riprese documentaristiche, storiche. 

Citazioni, allusioni, considerazioni, visioni, documentazioni. 

Ferocemente politico, ontologicamente critico, cinicamente realistico.

Cultura, discriminazione, razzismo, misoginia, populismo, negazionismo, consumismo, omologazione, ignoranza, pregiudizio, propaganda.

La volgarità come struttura atavica, la simbologia fallocratica e la fellatio come dispositivo...

La fase orale, anale e fallico genitale tengono in un limbo la adultizzazione di una umanità destinata a rimanere infantile. 

La preistoria antropologica 

Il Relativismo della gravità:

Cosa è osceno?

Cos’è l’ipocrisia? 

Dalla farsa alla tragedia che ritorna farsa

La Pandemia virale che infetta la Romania non ha mascherina o vaccino che tenga... la produzione bibliografica del regista è testimoniata dall’inesauribilità delle fonti...

Un paese in bilico tra fascismo e socialismo, tra militari e preti, tra capitalismo e volgarità.

Un prologo tre episodi ed un epilogo

La protagonista è il filo d’Arianna per osservare il territorio, una sorta di Google maps dei costumi, sociali, politici, culturali, economici allo sbaraglio: una guida turistica dei contrasti , degli aneddoti, dei cataloghi di quella merce umana venduta e in vendita. 

Uno sguardo lucido e disincantato, raggelante e farsesco, indica la responsabilità di un occhio assertivo e idiota per squarciare il velo ad uno sguardo che non riproduce ma rende visibile la realtà. 

Diario del malcostume umano, della inconsapevole ipocrisia, del perbenismo reazionario.

Un diario violento sulla volgarità umana

Come giudicare l’etica da un pulpito amorale?

Immoralità e involgarimento crescente delle masse; l’unica redistribuzione marxista possibile della ricchezza è la fellatio generalizzata e equa, rispettosa della inconsapevole passività di ciascuno.

Dalla eucarestia alla sodomia: il divenire altro fa si che da errore si passi all’orrore, ossia l’identificazione con ciò che si diventa.

Una pandemia mortale investe il mondo e non c’è Covid che regga: solo lo sguardo attento di un artista come Jude, riesce a proiettare nello specchio riflettente del cinema la deformazione prodotta dal sistema/mondo, dalla tecnica “che mutila ogni desiderio che soddisfa”.

L’etica, difronte alla tecnica, diventa pat-etica: non si è mai visto che l’impotenza sia in grado di arrestare una potenza. L’età della tecnica ha abolito lo scenario “umanistico”, e le domande di senso che sorgono restano inevase, non perché la tecnica non sia ancora abbastanza perfezionata, ma perché non rientra nel suo programma trovare risposte a simili domande.

Ecco che la tragedia si trasforma in farsa che è oltremodo tragica: la dialettica di un divenire eterno, l’ossimoro di un dispiegarsi in-finito, dove la tesi della tragedia si alterna all’antitesi farsa per poi risolversi mai compiutamente nella sintesi di entrambe celebrando il loro grottesco sodalizio.

Il copioso ringraziamento che Jude rivolge, nei titoli di coda, agli autorevoli intellettuali frequentati svela l’erudizione che correda la biografia del regista rumeno.

Un film didascalico seppur palesemente ribelle, un tragitto tortuoso e impervio, una critica feroce, una visione cruda, completa il suo ritratto: uno sguardo pornografico su una realtà ontologicamente oscena.

23-Jun-2023 di Beatrice


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