
Recensione di Beatrice On 20-Aug-2023
Per assicurare una vita libera ai cavalli gli viene tagliata la criniera e vengo-no marchiati
All’insegna di questa didascalia la sequenza si apre: un rallenty, tre uomini cercano di contenere brutalmente un cavallo con una musica di sottofondo dissonante e sinistra.
In un bar mentre giocano a domino, alcuni parlano dei francesi che, nel perio-do napoleonico, erano andati per conquistarli e sottometterli, loro, spagnoli, considerati “idioti di merda”…
Rivolgendosi ad Antoine gli chiedono se è ancora così, lui trasferitosi in Galizia dalla Francia, con la moglie, per dedicarsi al progetto della vita, quello di coltivare biologicamente la terra e ristrutturare abitazioni diroccate per consentire la ripopolazione del luogo.
Un luogo retrivo e culturalmente chiuso, dove alcuni abitanti hanno l’intenzione di cedere le loro terre alle compagnie dell’eolico, mentre la coppia francese intende recuperare il rapporto con la terra.
Una continua istigazione verbale contro “il francesino”, un omone grande grosso e imponente, silenzioso e rispettoso che inizialmente non cede alle provocazioni.
Una continua sfida che si fa sempre più violenta e invadente, prodotta dai fratelli Anta, che Antoine spera di arginare e denunciare riprendendo con la sua piccola cinepresa.
Natura, mercati, tranquillità dei campi si avvicendano alle sfide continue, un inarrestabile alternarsi di momenti di serenità e di disagio.
Quando Antoine e Olga troveranno tutto il raccolto dei pomodori compromesso, scopriranno che nel pozzo sono state collocate due batterie di piombo che hanno inquinato l’acqua distruggendo il lavoro di un anno.
Un crescendo incessante di tensione e sospetto.
Una terra della discordia per i coniugi francesi dove i locali non hanno nulla da perdere, mentre loro possono perdere tutto.
Temono per la propria vita e l’ultima aggressione subita porta Antoine a parlare con i due fratelli anche se Xan decide tutto e Loren è semplicemente una sua pedina.
Mentre i due si illudono che con i soldi delle pale eoliche potranno cambiare la loro vita Antoine si rende conto della impossibilità di comunicare con loro e cerca di ottenere giustizia attraverso la legalità.
Accadrà qualcosa di irreversibile, di presagito, probabilmente di inevitabile, ma la storia continuerà sul terreno della consacrazione della attesa, della perseveranza, dell’amore, della giustizia, della ricerca, della risposta, della trasformazione.
Un mondo retrivo, marchiato dall’ignoranza con le sue ragioni irriflesse in lotta con un mondo che tende a recuperare un nuovo contatto con la natura e con un significato più intimo sulle scelte.
Come le bestie, dice il titolo, ma chi sono le bestie?
Gli “aloitadores” che catturano e domano i cavalli selvaggi a mani nude?
I fratelli Xan e Loren che usano la prevaricazione e la violenza?
Olga e Antoine che vogliono tornare alle origini della vita contadina?
Le compagnie eoliche che speculano sulla povertà per acquistare terreni a basso costo?
Che bestie sono i cavalli liberi e indomati rispetto a quello privati della criniera e marchiati?
Tra le montagne della Galizia, in mezzo ad una natura incontaminata si ergono già molte pale eoliche che attendono di riprodursi a detrimento della campagna e delle coltivazioni.
Mentre lo sviluppo bussa alla porta delle abitazioni contadine, Sorogoyen alza il tiro sulla pressione che cresce e monta inarrestabile.
La cattività partorisce l’aggressività e la tramanda marchiando indelebilmente il vissuto di Xan e Loran e nel voler sottomettere l’altro alla propria volontà, perpetua e condanna la propria sottomissione ad essa.
Un film di una potenza tecnico-registico-interpretativa esemplare.
Centotrentasette minuti di tensione, ad alto tasso emotivo con implicazioni di continuo rimando al nucleo centrale: crudo, asciutto e tuttavia sorprendente.
Concettualmente concentrato sul tema della incomunicabilità e della ferocia umana, sul rapporto con il pregiudizio e lo straniero, sul valore della scelta e della giustizia, sul paradigma della servitù volontaria.
Uno scontro di culture senza catarsi, laddove eros non genera e thanatos, mentre la musica suona sinistra, soffoca lo spazio della natura e il tempo della vita.
Nelle esplosioni della passione e nei vaneggiamenti del sogno e della follia, l’uomo riscopre la sua preistoria e quella dell’umanità: la bestialità con le sue smorfie selvagge.
20-Aug-2023 di Beatrice