
Recensione di Beatrice On 24-Oct-2023
Una giornalista sta intervistando Sandra, nella baia di montagna vicino Grenoble, dove la scrittrice vive insieme al marito Samuel e al figlio Daniel.
Il figlio esce a fare una passeggiata con Snoop, il suo cane per non vedenti: Daniel ha infatti perso la vista a causa di un incidente.
Devono interrompere l’intervista perché dal piano superiore sopraggiunge una musica, per l’esattezza Pimp della Bacao Thythm & Steel Band, messa a ripetizione, ad un volume sempre più alto, tale da non consentire la conversazione.
Sandra giustifica il volume dicendo che il marito ama ascoltare musica mentre lavora.
Al rientro dalla passeggiata il figlio trova il padre riverso a terra e vengono chiamati i soccorsi. Viene constatato il decesso e inizia una vera e propria anatomia della caduta.
La prima sospettata è ovviamente Sandra, la quale ricorre ad un vecchio amico avvocato per la difesa.
Samuel stava lavorando al terzo piano, nel sottotetto, per ricavare una nuova camera: può essere caduto? Qualcuno lo ha spinto? E’ stato lui a gettarsi?
Tutto viene esaminato nei minimi particolari: il tetto sul quale si è verificato il primo colpo alla nuca prima che il corpo fosse arrivato a terra; l’esame del DNA sullo stesso; viene inoltre misurata l’altezza e viene simulata la caduta con un manichino.
Tutto sembra tuttavia non idoneo a stabilire effettivamente come siano accaduti i fatti pertanto il processo vedrà un percorso di accusa e di difesa fondati su vari elementi che emergeranno nel corso degli appelli, delle testimonianze e delle ulteriori prove.
Samuel infatti aveva preso l’abitudine di registrare, anche all’insaputa della moglie le loro discussioni e il figlio interrogato più di una volta deve smentire delle confessioni in quanto ritiene di aver fatto confusione.
La situazione si ingarbuglia e diviene sempre più enigmatica in quanto emerge il momento difficile che Samuel stava vivendo. Oppresso dal senso di colpa per l’incidente del figlio e della conseguente perdita della vista di cui si sente responsabile, dedicava molto del suo tempo alla cura di Daniel sottraendo così spazio alla scrittura e alla sua serenità.
Rivendicazioni che emergono dall’ultima discussione registrata, alle quali tuttavia Sandra non sembra cedere.
Si delinea pertanto un rapporto di coppia abbastanza precario soprattutto perché la componente di cura spesso identificabile nel femminile qui è indossata da Samuel che per scelta o per necessità si trova a ricoprire un ruolo ormai ai suoi occhi troppo frustrante.
Sandra inoltre ha avuto una breve storia con un’altra donna che però si è ormai conclusa.
Elementi su elementi si aggiungono ai dibattimenti in aula dove il figlio Daniel è sempre presente, nonostante sia costantemente affiancato da una tutrice che deve salvaguardarlo dagli eventuali condizionamenti della madre.
Qualunque rilevazione scientifica e dibattimentale si riveleranno insufficienti a determinare la verità dei fatti fino a che accadrà qualcosa di imprevedibile e sorprendente.
Justine Trier confeziona una operazione chirurgica, attenta e meticolosa: la costruzione del percorso labirintico che conduce ogni volta ad una perdita di certezze e alla rimessa in discussione del nuovo punto di partenza perverrà fino all’esame della caduta di un rapporto di coppia tale o presunto.
Una sorta di Scene da un matrimonio contemporaneo dove la figura del figlio sembra tuttavia averne dettato il destino nel bene e nel male che sia.
Il Preludio in mi minore di Chopin op 28 è la colonna sonora del dubbio che rimane anche se occorre decidere dove stare: Daniel è ipovedente e forse proprio per questo un grande ascoltatore senza distrazioni con una sconcertante capacità riflessiva.
Mentre non coglie nella madre le ragioni per uccidere, avverte nel padre la possibilità del suicidio.
Il tema della verità e del senso di colpa, della responsabilità e del peso che comporta, dell’insoddisfazione professionale e della frustrazione che determinano rivendicazioni, tentativi collaterali di vendetta e soprattutto il corrosivo crescente atteggiamento di avversione o animosità verso qualcuno, anche detto risentimento sono alcuni degli elementi che vengono sollecitati dalla visione anatomica di un rapporto che ha perso l’equilibrio ed è condannato ad una caduta libera o condizionata che sia.
Era entrato nel solco del rimorso, coltivato dai semi del risentimento
24-Oct-2023 di Beatrice