
Recensione di Beatrice On 23-Jun-2023
Il responsabile delle risorse umane procede con la selezione del personale per un resort sul mare della Turchia.
Le prime indicazioni date riguardano il rapporto con gli ospiti: a qualunque richiesta e contestazione rispondere con educazione e consenso e lasciar protestare gli ospiti senza reagire.
Tra il personale da selezionare c’è Ismail, turco, un giovane ragazzo di 18 anni; nel suo villaggio faceva il parrucchiere e qui starà in cucina, con la speranza di imparare a fare le zuppe e aspirare a diventare aiuto cuoco.
Hakan è curdo e si propone come bagnino: appassionato di filosofia, conosce bene Schopenhauer e Nietzsche e porta con sé tanti libri; si considera un sociopatico.
L’invito del responsabile è di mettere una loro foto vicino allo specchio per osservare quanto saranno cambiati alla fine del percorso.
Entrambi i ragazzi vogliono imparare l’inglese, Ismail vorrebbe andare negli Stati Uniti, Hakan non lo sa.
All’inizio entrambi sembrano timidi e rispettosi, ma mentre Ismail è chiuso nelle cucine e ha poco contatti con gli ospiti Hakan deve scontrarsi con la maleducazione dei turisti che non rispettano le regole. Deve controllare che per la discesa sugli scivoli dell’aquapark siano sul gonfiabile uno per volta mentre la maggior parte trasgredisce le regole: il problema è che se si verificano incidenti lui e il suo capo sono responsabili.
A poco a poco tra piatti riempiti a dismisura e lasciati pieni di pietanze, tra ospiti sovrappeso e prepotenti, bikini colorati, conversazioni sull’esistenza di Dio nelle loro stanze, dove alcuni ritengono l’Islam la migliore religione mentre Hakan mette in dubbio l’esistenza di Dio stesso, le loro vite stanno cambiando.
Agli ospiti russi il bagnino filosofo chiede se conoscono Dostoevskij ma nessuno lo conosce, allora prova con Puškin ma anche qui non riceve riscontri e la sua iniziale apertura si trasforma in indifferenza.
Tra gli ospiti primeggiano le abbuffate, gli scivoli, l’all inclusive, l’aquagym, i selfie mentre Hakan si intrattiene con i suoi colleghi su disquisizioni filosofiche come la metafora della vita rappresentata con un palazzo di 5 piani dove al terzo si incontra il nichilismo che occorre superare.
Il tempo del divertimento è ossessivamente programmato ma il filosofo bagnino sostiene che “anche se si muove non ha voglia di vivere”.
Vedere un resort dal backstage è l’intento di questo piccolo gioiello low budget, in concorso internazionale al Biografilm 2021.
I turisti non seguono le regole e loro rischiano il posto.
Ad Hanak non piace questo ambiente, si sente un automa, un ingranaggio del sistema dove regna la superficialità e la banalità.
Vuole dare le dimissioni e a fine percorso il responsabile delle risorse umane gli chiederà se è pronto a tornare il prossimo anno ma lui afferma di NO.
Come riuscire a barattare la propria identità per il denaro; gli ospiti sono coscienti della propria banalità? Si può diventare hegelianamente servi-padroni dei padroni-servi?
Oppure come sostiene Adorno l’industria del divertimento che sembra fornire ai consumatori ciò che desiderano in realtà crea e inventa i loro desideri? Tant’è vero che persino il tempo del divertimento che dovrebbe essere il momento della libera creatività è divenuto qualcosa di programmato, stabilito in modalità e orari per gli individui etero-diretti convinti di scegliere e non di essere scelti…
Quanto un resort All-inclusive ne è la metafora?
Hanak tornerà l’anno successivo ma il fine giustificherà il mezzo: mettere da parte i soldi per tornare a studiare filosofia e purificarsi con lo studio!
23-Jun-2023 di Beatrice