MARK MANDERS. SILENT STUDIO
Un luogo che esiste tanto nella realtà fisica quanto come costrutto della mente
2024
Recensione di Beatrice

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita Silent Studio, una riflessione completa e per la prima volta istituzionalizzata in Italia sull’opera di Mark Manders. Questo percorso espositivo, pensato come un intreccio immersivo, unisce creazioni inedite e una selezione significativa di lavori realizzati nell’arco di oltre tre decadi.
Manders ha conquistato uno spazio rilevante nel panorama artistico globale grazie a un linguaggio scultoreo che sfida continuamente i confini del pensiero e della materia. Al cuore della sua ricerca si trova un dialogo complesso tra il linguaggio, la tridimensionalità e la finzione, sviluppato nel progetto in continua evoluzione Autoritratto come edificio. Avviato nel 1986, questo processo esplora la scultura come veicolo narrativo e un’espansione dell’idea di autoritratto, svincolata dalla sfera autobiografica per spingersi in territori concettuali e immaginativi. Qui, ogni opera si traduce in una "parola visiva", mentre le mostre diventano "stanze" di un edificio mentale, riflesso in perenne trasformazione dell’identità artistica.
Il fulcro di Silent Studio è lo spazio stesso di creazione di Manders: un luogo che esiste tanto nella realtà fisica quanto come costrutto della mente, sovrapposto agli spazi minimali della Fondazione. Più di venti opere – tra sculture, installazioni, oggetti in bronzo, acciaio, ferro, carta e pittura – dialogano tra loro evocando fragilità e transitorietà. L’illusione domina: materiali solidi, come il bronzo, sono lavorati per ingannare l’occhio e apparire fragili come argilla, trasmettendo un senso di instabilità che amplifica la tensione tra forza e precarietà.
Le opere di Manders sfidano il tempo lineare: plasmate nell’arco di anni o addirittura decenni, sembrano librarsi in una dimensione senza cronologia, dove passato e presente si fondono. L’artista sovverte l’ordine linguistico per rivelare la polisemia intrinseca alla scultura, che si sottrae a interpretazioni univoche. La mostra si configura così come un invito a immergersi in un immaginario plastico e complesso, in cui la finzione diventa realtà tangibile.
Bronzo che simula fragilità, incompiutezza apparente e un dialogo silente con il tempo: ogni opera diventa un frammento di un discorso ininterrotto, uno studio sulla persistenza e sul divenire. Silent Studio non è solo una mostra, ma una lente attraverso cui cogliere l’intensità del processo creativo di Manders, un mosaico che non si compone mai del tutto, ma che proprio per questo affascina e interroga.
La mostra celebra la lunga relazione tra Mark Manders e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, iniziata con la partecipazione dell’artista a Guarene Arte 97 con l’opera, presente in mostra, Fox/Mouse/Belt (1992). In quell’occasione, nel 1997, l’artista ha ricevuto il Premio Regione Piemonte per il suo progetto Autoritratto come edificio.

Mark Manders (nato nel 1968 a Volkel, Paesi Bassi; vive e lavora a Ronse, Belgio) ha vinto il Philip Morris Art Prize (2002), così come il prestigioso Dr. A.H. Heineken Prize for Art (2010). È stato protagonista di retrospettive come The Absence of Mark Manders al Kunstverein Hannover; S.M.A.K., Gent; Kunsthaus Zurigo; e Bergen Kunsthall (2007-09), e Parallel Occurrences / Documented Assignments all’Hammer Museum, Los Angeles; Walker Art Center, Minneapolis; e al Dallas Museum of Art, Dallas (2010-12). Altre importanti mostre personali includono presentazioni alla Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2014); Centro Galego de Arte Contemporánea, Santiago di Compostela (2014); Carré d'Art - Musée d’art contemporain, Nîmes (2012); Carrillo Gil Museum of Art, Città del Messico (2011); e La Casa Luis Barragán, Città del Messico (2011). Nel 2013, Mark Manders ha rappresentato i Paesi Bassi alla Biennale di Venezia; è stato anche incluso negli Ateliers de Rennes (2016), alla Biennale di Atene (2007), a Manifesta (2004) e alla Biennale di Venezia (2001). Le opere dell'artista sono state esposte anche al Guggenheim Museum, New York; MoMA, New York; Carnegie Museum of Art, Pittsburgh; ICA, Philadelphia; The Art Institute of Chicago; Louvre, Parigi; Palais de Tokyo, Parigi; Pinakothek der Moderne, Monaco; e Bonnefantenmuseum, Maastricht, tra gli altri. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti del The Art Institute of Chicago; Carnegie Museum of Art, Pittsburgh; MoMA, New York; MoCA, Los Angeles; Philadelphia Museum of Art; Guggenheim Museum, New York; Hammer Museum, Los Angeles; Walker Art Center, Minneapolis; Pinakothek der Moderne, Monaco; e Kunsthaus Zürich, oltre che della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, tra le altre.