LOUISE BOURGEOIS. L'INCONSCIO DELLA MEMORIA
L'inconscio delle Memoria
2024
Recensione di Beatrice

Roma, 20 giugno 2024. Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria è la prima mostra dedicata a un’artista contemporanea donna alla Galleria Borghese, e la prima esposizione romana dell’artista franco-americana, tra le più influenti del secolo scorso.
Ideata da Cloé Perrone e curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, l’esposizione, realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, è incentrata sul grande contributo della Bourgeois alla scultura e la profonda connessione tra la sua pratica artistica e la Galleria Borghese.
Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria intreccia la memoria personale dell’artista a quella collettiva del museo pubblico: il percorso espositivo attraversa alcune sale del Museo, il padiglione dell’Uccelliera e il Giardino della Meridiana – luoghi che Louise Bourgeois aveva esplorato con ammirazione durante la sua prima visita a Roma nel 19ł7. Circa 20 opere scultoree che dialogano con l’architettura unica del Casino Borghese e con la sua collezione, sono incentrate sui temi della metamorfosi, della memoria e sull’espressione di stati emotivi e psicologici. Queste tematiche, esplorate anche dagli artisti della collezione Borghese, sono rinvigorite dalla lente contemporanea di Bourgeois, che offre nuove prospettive sull’esperienza umana, grazie anche alla sua straordinaria diversità di forme, materiali e scale, che le hanno permesso di esprimere una gamma di stati emotivi.
Il percorso artistico di Louise Bourgeois (1911, Parigi - 2010, New York), lungo sette decenni ha fatto progredire in modo significativo le discussioni critiche sull’arte contemporanea, incorporando i temi della psicoanalisi e del femminismo che da allora sono diventati centrali. Negli anni Sessanta, dopo un periodo di intensa psicoanalisi, inizia a lavorare con forme biomorfe, sperimentando il lattice, il gesso, la cera e altri materiali. All’inizio degli anni Novanta presenta il suo primo gruppo di Cells, strutture autonome, alcune simili a stanze, composte da elementi scolpiti, og- getti trovati e oggetti conservati nel corso della sua vita. Sono dell’ultimo decennio della sua carriera le opere realizzate con i tessuti.
Il suo rapporto con l’Italia e con le collezioni Borghese ha influenzato in modo significativo la sua pratica creativa. L’incontro con la collezione Borghese iniziò con gli studi di storia dell’arte al Louvre alla fine degli anni Trenta e si approfondì tra il 1967 e il 1972 con i soggiorni a Pietrasanta, Carrara e in altre città della regione, lavorando in diversi studi e realizzando numerose opere in bronzo e marmo. Un decennio dopo riprende a frequentare l’Italia, producendo altre sculture tra il 1981 e il 1991.
Il tema della metamorfosi, centrale nella sua opera, si sviluppa attraverso Janus Fleuri, Topiary e Passage Dangereux. La simmetrica e ambigua forma sospesa di Ja- nus Fleuri è rivolta in due direzioni e fa riferimento alla divinità romana che guarda contemporaneamente al passato e al futuro e simboleggia gli inizi e le transizioni. Topiary riflette la crescita organica e le fasi di sviluppo di una jeune fille en fleur, incarnando le trasformazioni naturali e personali dalla giovinezza alla maturità. Allo stesso modo Passage Dangereux, la Cell più grande di Bourgeois, qui esposta nel Salone del Lanfranco, racchiude il viaggio di una bambina che dall’innocenza infantile diventa ragazza.

Le Cell di Bourgeois sono una serie di involucri delle dimensioni di una stanza con- tenenti oggetti trovati e forme scolpite che esplorano i temi della memoria, del desiderio, dell’architettura e dei cinque sensi. Creando la propria architettura, Bourgeois ha sviluppato una forma autonoma che le ha permesso di mettere in scena complesse orchestrazioni di motivi e simboli che fondono passato e presente, pronti per essere visti, condivisi, vissuti e conservati, esattamente come la Galleria Borghese era per Scipione Borghese.
Nella Cell (The Last Climb), la penultima Cell di Louise Bourgeois, che apre il per- corso espositivo al centro del Salone d’ingresso, il motivo della spirale è primario. Questo motivo ricorre in tutta la sua opera e si ritrova in Spiral Woman, esposta nell’Uccelliera. La scala a chiocciola di Cell (The Last Climb) è una metafora dei cicli infiniti della vita e del suo viaggio e le sfere blu che fluttuano nello spazio hanno una forte connotazione spirituale.
La Cell XX (Portrait) si addentra nella ritrattistica delle emozioni, presentando uno sguardo intimo sulla psiche umana. Con il suo scambio silenzioso tra due teste, la Cell mette in evidenza la decostruzione di Bourgeois della ritrattistica tradizionale col fine di enfatizzare l’espressione emotiva e la profondità psicologica rispetto allo status e all’identità sociale, e di esplorare il complesso arazzo della relazione di cia- scuno con l’altro.
Sono parte del percorso altre opere che affrontano i temi chiave dell’artista. Nel Giar- dino della Meridiana, The Welcoming Hands presenta calchi delle mani dell’artista intrecciate con quelle di Jerry Gorovoy, suo caro amico e assistente di lunga data, che rappresentano dipendenza, intimità e protezione. Al grande Spider di bronzo, anch’esso ospitato nei Giardini Segreti e simbolo dell’essenza protettiva e resiliente della madre della Bourgeois, si contrappone la morbidezza del marmo rosa con cui l’artista realizza alcune opere come Jambes Enlacées, il cui delicato accavallare di gambe riflette quello delle caviglie di Paolina Borghese nella Sala I, e ancora Untitled (n. 7) dove due coppie di mani si stringono solidali e una piccola casa simboleggia rifugio e protezione. Entrambe queste opere frammentano e trasformano il corpo, rivelando relazioni più profonde e sfumate attraverso l’atto della ridefinizione fisica.
Nella Sala degli Imperatori troviamo una serie di teste di stoffa di Bourgeois esposte accanto ai busti di Cesari e uomini illustri, in porfido e alabastro orientale. In queste sale le opere dell’artista hanno un effetto di straniamento rispetto ai busti. Con le loro orbite vacue o le bocche semiaperte, queste sculture sono realizzate con ritagli di arazzi dalle fantasie floreali o geometriche sostenuti da una struttura di alluminio e generano un ricercato effetto stridente con il vigore e il lusso materico dei Cesari.

“La mostra su Louise Bourgeois fin dal titolo insegue due aspetti molto significativi del percorso dell’artista: l’inconscio e la memoria. Nella Galleria Borghese la conservazione della memoria del collezionista suo fondatore, Scipione Borghese, è per noi centrale e tutte le opere da lui raccolte raccontano la sua storia che è poi diventata la storia di uno dei musei più importanti al mondo. Le singole opere conservano la memoria dei loro autori e delle loro vite, a volte anche i loro ritratti nascosti come nel caso della Minerva di Lavinia Fontana, artista che all’inizio del Seicento usa la mitologia come suo specchio. Bourgeois sembra invece non nascondersi, ma esporsi il più possibile, cercando di raccontare anche il suo inconscio, i livelli di coscienza che sono poco dicibili. In questo rimando continuo fra memoria personale e collettiva, fra specchi e gabbie, risiede la forza estetica della mostra, che grazie alle opere della grande scultrice novecentesca attua la mise en abyme della collezione Borghese” afferma Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese.
Con la mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria la Galleria Borghese con- ferma l’importanza del rapporto tra arte antica e contemporanea, diventando luo- go di incontro e dialogo tra Maestri di epoche e provenienze diverse. Le installazioni contemporanee di oggi riaffermano e attualizzano ciò che la Galleria incarnava per Scipione Borghese: essere uno scrigno di tesori personali e un luogo per custodire un’eredità che va costantemente rinnovata, favorendo nuove letture della sua storia e della storia dell’arte.
La mostra è accompagnata da un catalogo che include immagini delle opere della Bourgeois contestualizzate nella Galleria, e da una guida breve. Entrambe le pubbli- cazioni sono edite da Marsilio Arte.
In occasione della mostra, anche l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici ospita un’opera dell’artista, allestita nel Salon de Lecture: No Exit, un’installazione formata da una scala incorniciata lateralmente da pannelli e da due grandi sfere situate alla sua base. Nella scala si trovano appese due forme di gomma a cuore, elementi ben celati e che possono essere sbirciati attraverso una piccola porta dietro la struttura.
L’esposizione è stata realizzata grazie al supporto di FENDI, sponsor ufficiale della mostra.
Il programma di incontri che accompagna la mostra, dal titolo Esistere come donna, è organizzato da Electa
Hospitality partner della mostra: Hotel Eden, Dorchester Collection.
BIOGRAFIA
Louise Bourgeois
Louise Bourgeois (nata a Parigi nel 1911 e morta a New York nel 2010) è una delle artiste più influenti del secolo scorso. Sebbene abbia lavorato in diversi ambiti nel corso dei suoi 70 anni di carriera – performance, pittura e stampa – è nota soprattutto come scultrice. Bourgeois ha vissuto a New York dal 1938 fino alla morte, ma gran parte della sua ispirazione proviene dalla sua infanzia. Cresciuta a Parigi e nei suoi sobborghi, fin da piccola fu coinvolta nel laboratorio di restauro di arazzi della sua famiglia. Le complesse relazioni con il padre infedele e con la madre malata cronica portarono a sentimenti pervasivi di colpa, gelosia, tradimento e abbandono, temi che costituiscono il nucleo del suo lavoro. L’artista ha spesso dichiarato che il processo creativo è una forma di esorcismo: un modo per ricostruire i ricordi e le emozioni al fine di liberarsi dalla loro presa. Dai disegni intimi alle installazioni su larga scala, oscillanti tra figurazione e astrazione e realizzate con una varietà di materiali tra cui legno, lattice, marmo, bronzo e tessuto, Bourgeois ha espresso una gamma di emozioni attraverso un vocabolario visivo di corrispondenze formali e simboliche.

Bourgeois è stata nominata Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura francese nel 1983. Tra le altre onorificenze, il Grand Prix National de Sculpture del governo francese nel 1991, la Medaglia Nazionale delle Arti nel 1997 e la medaglia francese di Comandante della Legione d’Onore nel 2008. Ha rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia nel 1993 e nel 1999 ha ricevuto il Leone d’oro della Biennale alla carriera. L’opera della Bourgeois è stata oggetto di numerose importanti retrospettive internazionali e itineranti, tra cui quelle organizzate dal Museum of Modern Art di New York, dal Kunstverein di Francoforte, dalla Tate Modern di Londra, dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, dal Centre Georges Pompidou di Parigi e dalla Haus der Kunst di Monaco. Mostre recenti sono state allestite al Metropolitan Museum of Art di New York, al Nasjonal Museet di Oslo, al Museo Belvedere di Vienna e all’Art Gallery of New South Wales di Sydney.
Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria presenta il profondo contributo dell’artista alla scultura in dialogo con la storica collezione e l’architettura della Galleria Borghese. La mostra esplora i temi della metamorfosi, della memoria e degli stati psico-emotivi, creando un ponte tra passato e presente attraverso l’accostamento di opere contemporanee e classiche.
Bourgeois iniziò a lavorare in Italia nel 19ł7, approntando uno studio nella cittadina toscana di Pietrasanta. Quel primo soggiorno segnò una svolta significativa nella sua carriera, ispirandola a plasmare nuove forme e ad abbracciare il marmo come mezzo creativo.
In seguito l’artista tornò più volte nel Belpaese, restandovi per lunghi periodi per sperimentare sia con il marmo sia con il bronzo, realizzando alcune delle sue opere più innovative e iconiche.
«Ho subito amato Roma. Il Pantheon che vedo dalla mia finestra l’ho riconosciuto dal vecchio Piranesi. La città è disordinata, un accatastarsi di periodi storici gli uni accanto agli altri nel pieno cuore della città! Fantastico! […] per Villa Borghese, ci ho passato il pomeriggio, sia
nei giardini che all’interno. È stato meraviglioso. Un sogno, ł Bernini.» Queste parole, scritte da Bourgeois dopo la visita alla Galleria Borghese nel 1967, riflettono il suo profondo apprezzamento
e il legame creatosi con la stratificata ricchezza storico-artistica del museo.
Tra i venti e i trent’anni Bourgeois studiò storia dell’arte all’École du Louvre di Parigi, lavorando anche come guida presso l’omonimo museo. In questo periodo imparò a comprendere e ad apprezzare profondamente l’arte classica.
Il suo rapporto con la storia dell’arte, in particolare con la collezione di Scipione Borghese,
esposta al Louvre dal 1808, è chiaramente riscontrabile nelle opere selezionate per la mostra. Le emblematiche sculture e le Cells visibili alla Galleria Borghese – queste ultime appartenenti a una serie di grandi installazioni realizzate sul finire della carriera – riflettono
la continua esplorazione di complesse questioni personali e universali da parte dell’artista.
Attraverso una diversificata gamma di forme, materiali e scale, Bourgeois si addentra nelle intricate maglie delle emozioni umane e degli stati psicologici. I suoi lavori affrontano in modo vivido il tema della trasformazione fisica
e metaforica, fondendo elementi profondamente personali con più ampie questioni esistenziali.
Alla Galleria Borghese le sue sculture stabiliscono un dialogo inaspettato e vibrante con l’arte classica e barocca, reinterpretando forme e narrazioni tradizionali da una prospettiva moderna. Viene anche sottolineata la capacità dell’artista di utilizzare lo spazio e gli elementi architettonici come metafora di confinamento, isolamento, liberazione e introspezione. Le opere esplorano l’intimità e la connessione presentando forme come le mani intrecciate, simboleggianti
i legami fisici ed emotivi, la dipendenza e il bisogno umano di interazione e sicurezza.
Il dialogo tra queste sculture contemporanee e i capolavori classici della Galleria Borghese consente di evidenziare l’universalità e l’atemporalità dei temi trattati da Bourgeois, rinvigorendo nel contempo la nostra comprensione del suo lavoro e della collezione permanente del museo. La mostra vuole essere un invito a confrontarsi con le profonde meditazioni dell’artista su vita, tradizione e trasformazione.
Louise Bourgeois: Unconscious Memories presents the artist’s profound contributions to sculpture in dialogue with the storied collection and architecture of the Galleria Borghese. The exhibition explores themes
of metamorphosis, memory, and emotional and psychological states, bridging the past and the present through juxtapositions of contemporary and classic works.
In 1967, Bourgeois began working in Italy for the first time and set up a studio in Pietrasanta, Tuscany. This trip marked a significant turning point in her career,
inspiring her to mold new forms and begin using marble as a medium. Over the next several years, she would return to Italy for long stretches at
a time to work in marble and bronze and create some of her most iconic and seminal works.
“I immediately loved Rome. The Pantheon that I see from my window, I recognized from the Piranesis of yore—The city is a mess of every single historical period piled one atop the other right in the center of town. Fantastic! (…) for the Villa Borghese, I spent the afternoon there, both
in the gardens and inside. It was wonderful.
It is a dream, 6 Berninis.” These words, penned by Bourgeois after her 19ł7 visit to the Galleria Borghese, reflect her deep appreciation
of and connection to the museum’s rich artistic and historical layers.
In her twenties, Bourgeois studied art history at the École du Louvre in Paris, where she also served as a docent. This period allowed her to develop a profound understanding and appreciation of classical art. Her engagement with art history, particularly with Scipione Borghese’s collection—which has been on display at the Louvre since 1808—resonates
in the works selected for this exhibition.
The iconic sculptures and Cells—the series
of large-scale installations she began towards the end of her career—presented here reflect her unending exploration of complex personal and universal questions.
Through a diverse range of forms, materials, and scales, Bourgeois delved into the intricacies of human emotions and psychological states.
Themes of both physical and metaphorical transformation are vividly conveyed in her artworks, which integrate deeply personal elements with broader existential questions. Within the Galleria Borghese, Bourgeois’ sculptures engage in an unexpected and vibrant dialogue with classical and Baroque art, reinterpreting traditional forms and narratives from a modern perspective.
The exhibition also underscores the artist’s use of space and architectural elements as
metaphors for confinement, isolation, liberation, and introspection. Works exploring intimacy and connection include forms, such as intertwined hands, which symbolize physical and emotional bonds, dependency, and the human need for interaction and security.
Placing Bourgeois’ contemporary sculptures in dialogue with the Galleria Borghese’s classical masterpieces highlights the universality and timelessness of her themes while reinvigorating our understanding of both her work and the museum’s permanent collection. This exhibition invites visitors to engage with Bourgeois’ profound meditations on life, tradition and transformation.
Piazzale Scipione Borghese, 5 00197 Roma
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Camilla Capponi
INFORMAZIONI
Louise Bourgeois L’inconscio della memoria
Anteprima stampa
giovedì 20 giugno 2024
ore 10.00 – 13.00
Inaugurazione
giovedì 20 giugno 2024
ore 18.00 – 21.00
Aperto al pubblico
21 giugno – 15 settembre 2024
GALLERIA BORGHESE
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Giorni e orari di apertura del museo
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(ultimo ingresso alle ore 17.45) Chiuso tutti i lunedì
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BIGLIETTI
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Ridotto 18-25 anni € 2,00
Gratuito
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per tutte le tipologie di biglietto € 2,00
ATTIVITÀ EDUCATIVE DEDICATE ALLA MOSTRA
Visite guidate dedicate alla mostra: venerdì, sabato e domenica ore 17.00 in italiano e inglese
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del biglietto e i diritti di prenotazione
Percorsi per famiglie: Storie di ragni. Natura e metamorfosi alla Galleria Borghese, da Gian Lorenzo Bernini a Louise Bourgeois. Il sabato e la domenica ore 16.00, solo in italiano. Il costo è di 5 € per bambino
e adulto accompagnatore oltre il prezzo del biglietto e i diritti di prenotazione
Prenotazione obbligatoria
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PUBLIC PROGRAM
La mostra è accompagnata da un programma di incontri dal titolo Esistere come donna.
Gli incontri sono ł e si svolgeranno da giugno a settembre.