ISOLA MADRE

Il noumeno naviga col fenomeno e la volontà scende a patti con la rappresentazione.
2024

Recensione di Beatrice

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Emersa già nell’era glaciale, un documento del 22 settembre 846 testimonia la presenza sull’isola – allora nominata Isola di San Vittore – di poche case, una chiesetta dedicata al santo e alcune piante d’ulivo destinate alla produzione dell’olio da usare nelle liturgie.

Durante l’età medievale, l’Isola di San Vittore è appartenuta a vari proprietari (abati e vescovi). Un documento datato 1501 ratifica il passaggio di proprietà dal vescovo di Novara al nobile Lancillotto Borromeo.

Per via di matrimoni, l’Isola di San Vittore passò attorno al 1520 alla famiglia Trivulzio, e nel 1563 Renato Borromeo rientrò in possesso della proprietà, che da lui prese il nome di Isola Renata. Venne dato nuovo impulso alla fabbrica del palazzo chiamando Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi, figura di spicco della cultura lombarda e architetto di fiducia di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. A questo periodo risale l’aspetto tardo cinquecentesco del Palazzo che ancora oggi vediamo. A fare grandi progressi anche i giardini ad opera dell’architetto Filippo Cagnola, che nel 1710 immortalò con grande precisione scalinate, pergolati e vasi.

Alla fine del secolo XVIII l’Isola Madre aveva assunto l’aspetto che sostanzialmente conserva ancora oggi e iniziò ad essere considerata un luogo di pace e riposo grazie al clima mite e alla lussureggiante natura.

All’inizio dell’Ottocento il giardino viene trasformato in giardino romantico, secondo il gusto del tempo. Scompaiono quasi tutti i terrazzamenti dell’isola, lasciando posto a vedute prospettiche inquadrate da piante ad alto fusto. Anche le coltivazioni cambiano e vengono introdotte piante rare ed esotichecollezionate da Vitaliano IX, appassionato di botanica.

Furono in seguito costruite le serre (1826) e la cappella di famiglia, voluta a partire dal 1858 ad opera dell’architetto Defendente Vannini.

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All’inizio del Novecento si pensò di trasformare l’Isola Madre prima in albergo e poi di affittarlo solo privatamente a una clientela molto selezionata.

A definire il futuro dell’Isola Madre sono stati Giberto e Bona Borromeo Aresetra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento: il palazzo (sontuosamente arredato con mobili e opere d’arte provenienti dalla Villa Borromeo Arese di Cesano Maderno) e i vasti giardini sono stati definitivamente destinati al godimento del pubblico a partire dal 1978.

Il giardino all’inglese

Con i suoi otto ettari di estensione è la più grande isola del Verbano

Il patrimonio botanico e la forte impronta esotica l’hanno resa il luogo più voluttuoso visto al mondo (cit. Gustave Flaubert). L’attuale parco botanico all’inglese è stato realizzato ai primi dell’Ottocento, e da allora trovano dimora piante e fiori portati da viaggi lontani e acclimatate grazie alle dolci e favorevoli temperature.

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Oggi quello dell’Isola Madre è un giardino botanico unico per le essenze vegetali rare provenienti da ogni parte del mondo. Fioriture continue ed esuberanti frutto del lavoro di giardinieri esperti rinnovano di continuo gli angoli del parco: dai boschetti di magnolie a quelli di bambù, dalle profumate pergole di glicini alle spalliere di agrumi, dai parterre di camelie antiche e rododendri fino alle vasche traboccanti di ninfee e fior di loto. Eucalipti, palme e banani convivono con la collezione di conifere e aceri. In piena estate ibiscus, bougainvillee e ipomee esaltano l’emozione del viaggio nel viaggio.

IL CLIMA MITE HA PERMESSO L’INSEDIAMENTO DI UNA FLORA SORPRENDENTE E DIFFICILMENTE REPERIBILE IN ALTRI LUOGHI: RARE ESSENZE VEGETALI PROVENIENTI DALLE PIÙ DIVERSE LATITUDINI E SPETTACOLARI FIORITURE LA RENDONO UN VERO PARADISO TERRESTRE. UNICA LA TERRAZZA DELLE PROTEE, FIORE PREISTORICO SIMBOLO DEL SUDAFRICA CHE QUI HA TROVATO IL SUO AMBIENTE IDEALE. A COMPLETARE UN QUADRO DI COSÌ ARMONIOSA BELLEZZA, UCCELLI VARIOPINTI CHE VIVONO IN PERFETTA LIBERTÀ NEL PARCO. FAGIANI ARGENTATI E DORATI, PAVONI BIANCHI PASSEGGIANO TRANQUILLAMENTE NEI PRATI E FRA I CESPUGLI.

La storia del cipresso del Cashmir

Ad ombreggiare il Palazzo l’imponente cipresso del Cashmir, arrivato qui nel 1862 dall’Himalaya in un cartoccio di semi freschissimi e diventato negli anni simbolo dell’Isola Madre.

È il più grande e il più vecchio esemplare in Europa della sua specie che, nella sua terra di origine in Tibet, è in via di estinzione.

La tromba d’aria che nel giugno del 2006 si abbatté nel nord dell’Isola Madre lasciò il segno anche su questo gigantesco albero. Salvarlo fu un operazione di alta ingegneria e botanica. Anche se non tornerà mai più alle forme che lo hanno reso «l’albero più bello del mondo», il grande cipresso dell’Isola Madre resta il testimone della dedizione della Famiglia Borromeo alla conservazione del patrimonio naturale.

Dal 2002 i giardini dell’Isola Madre, insieme a quelli dell’Isola Bella, fanno parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.

Palazzo Borromeo

Nel Palazzo dell’Isola Madre si è scelto di privilegiare la dimensione privata della famiglia.

Lo stile è elegantemente sobrio: una successione di logge e sale, arredate con arazzi, mobili e quadri provenienti da varie dimore storiche che la famiglia Borromeo possedeva in Lombardia.

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Tra le stanze più importanti: il salone di Ricevimento, la sala delle Stagioni, il Salotto Veneziano, la Biblioteca, la sala delle Battaglie e quella dei Papi. Ovunque, dalle logge e dalle grandi finestre, è possibile cogliere suggestivi scorci del lago e del parco botanico.

Porcellane e livree, dipinti di famiglia, letti a baldacchino decorati con sontuosi broccati compongono un affascinante affresco di vita cortese.

Il Salotto Veneziano

Posto nel punto più soleggiato del palazzo, entrando nel salotto veneziano sembrerà di stare sotto a un pergolato sorretto da colonne intrecciate con piante e fiori. Specchi, lampadari di Murano e arredi richiamano il gusto della Serenissima.

Un perfetto e raffinato tromp l’oeil che incanta il visitatore.

Sull’Isola Madre le fioriture, le specie esotiche, i profumi e le piante rare creano un’atmosfera idilliaca dove il tempo sembra fermarsi.

Accanto alla fontana delle ninfee e alla Cappella di S.Vittore, si trovano la Caffetteria e il bookshop completamente rinnovati.

Gli spazi sono stati ampliati con i vecchi locali delle serre, preservando lo stile e i materiali, come il pavimento in cotto completamente recuperato.

STAGIONE 2024

L’apertura della stagione 2024 è prevista dal 16 marzo al 3 novembre 2024.

L’Isola Madre è aperta:

Dal 16 marzo al 26 ottobre 2024

Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 17.00 (ultimo ingresso), chiusura Palazzo ore 17.30, chiusura giardini ore 18.00

Dal 27 ottobre al 3 novembre 2024

Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 16.00 (ultimo ingresso), chiusura Palazzo ore 16.30, chiusura giardini ore 17.00

Si consiglia di consultare sempre il sito www.isoleborromee.it o di contattare il call center + 39 0323.933478 per ricevere informazioni sugli orari di apertura.