EN SCÈNE: YVES SAINT LAURENT

In questa mostra non si celebra solo il disegno di costumi, ma un intero universo che fonda la sua identità sull'idea di un’arte che vive di luce, di colore e di movimento. Yves Saint Laurent non era solo un creatore di vestiti, ma un esploratore di forme, un maestro capace di rendere la moda una vera e propria disciplina performativa.
2024

Recensione di Emanuele

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Una rara incursione nell'universo visivo di Yves Saint Laurent, porta alla luce una selezione di disegni che testimoniano la sua incursione nel mondo del balletto, del teatro e del cabaret. Si tratta di una prima assoluta per la capitale, che vede riuniti circa sessanta bozzetti provenienti dal Museo Yves Saint Laurent di Marrakech e da quello di Parigi. Queste opere, che spaziano dal 1959 al 1978, rispecchiano un periodo che segna la convergenza della moda con le altre forme d'arte, dove il disegno di scenografie e costumi diventa una riflessione sui movimenti, le emozioni e i corpi che abitano il palcoscenico.

In questi disegni, in cui la scena non è solo uno sfondo ma un elemento quasi organico, si manifesta la passione di Saint Laurent per il teatro, un amore che lo accompagnò sin dall'infanzia, quando l'Algeria divenne il primo palcoscenico del suo immaginario. Non più soltanto un couturier, ma un visionario che intendeva la moda come strumento per amplificare le espressioni più profonde del corpo umano. Ogni abito disegnato non era un semplice accessorio, ma un prolungamento del movimento, come sottolineato dalle parole della ballerina Maya Plisetskaya, che riconosceva come i suoi costumi le permettessero di "entrare nel personaggio". Il disegno per il teatro e il balletto, dunque, non si riduceva alla creazione di forme estetiche, ma era un atto di comunione con l'esperienza stessa della performance.

Un altro aspetto interessante che emerge da questa selezione di opere è la relazione tra il disegno e l'interpretazione dei materiali. Yves Saint Laurent non si limitava a immaginare come i corpi dei danzatori dovessero muoversi, ma concepiva anche la natura stessa dei materiali, pensando alla loro capacità di adattarsi ai gesti dei performer. La sua ricerca non si fermava alla superficie estetica, ma si allargava a una vera e propria dialettica tra il corpo e la stoffa.

La mostra, collocata negli spazi della Fondazione Nicola del Roscio, si avvale di un allestimento minimalista che esalta la purezza dei bozzetti e dei tessuti, rivelando la forza espressiva di un disegno che non si accontenta di rappresentare, ma interroga lo spazio, la forma e la luce. Il bianco e il cemento grezzo dell'ambiente, evocando un'atmosfera spoglia e industriale, diventano elementi complementari che mettono in risalto il gioco di linee e colori. Ogni dettaglio del bozzetto diventa così una sfida tra il visibile e l'invisibile, tra l'immaginazione e la realtà fisica.

L’influenza di Christian Dior, che nel corso della sua carriera incoraggiò Yves a esplorare le arti performative, emerge con chiarezza in questa parte del suo lavoro. Dior non solo riconobbe la naturale inclinazione del giovane stilista per il teatro e il balletto, ma lo spronò a sperimentare la sintesi tra moda e scena, tra costume e movimento. Questo legame sembra alimentare la capacità di Yves Saint Laurent di coniugare l’eleganza con l’interpretazione, la forma con il gesto, producendo abiti che non erano solo vestiti, ma veri e propri strumenti di trasformazione del corpo e della psiche.

Il legame tra questi costumi e le collezioni più celebri di Saint Laurent – come la Scandal o la Collezione Trapezio – è altrettanto significativo. Le trasparenze, le linee geometriche e l’audacia dei tessuti, che contraddistinguono queste creazioni, trovano un'eco nei bozzetti per il teatro e il balletto, come se la sua visione estetica fosse costantemente in evoluzione, attraversando diversi linguaggi ma mantenendo intatta la sua essenza. La continuità di questi tratti distintivi risuona anche nell'attuale direzione di Anthony Vaccarello, il quale, pur interpretando Saint Laurent in una chiave più contemporanea, conserva il linguaggio della maison: un gioco di eleganza e provocazione che risponde all’idea di una moda vivente, dinamica e perfettamente ancorata al movimento.

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Nel contemplare questi bozzetti, non possiamo fare a meno di riconoscere una sintesi perfetta di arte e funzionalità, una visione che travalica la mera creazione di abiti, spingendo verso un territorio in cui ogni dettaglio sembra danzare, in perfetta armonia, con il corpo e lo spazio circostante.

In questa mostra non si celebra solo il disegno di costumi, ma un intero universo che fonda la sua identità sull'idea di un’arte che vive di luce, di colore e di movimento. Yves Saint Laurent non era solo un creatore di vestiti, ma un esploratore di forme, un maestro capace di rendere la moda una vera e propria disciplina performativa.

FONDAZIONE NICOLA DEL ROSCIO

Via Francesco Crispi, 18 – Roma

6 Dicembre 2024 – 7 Marzo 2025

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Da lunedì a venerdì: 11.00 – 17.30

Ingresso libero

[email protected]

+39 06-89168819