DÉLIRE À DEUX
Scritto nel 1962, Delirio a due di Eugène Ionesco è un piccolo capolavoro del Teatro dell'Assurdo, in cui il linguaggio, invece di unire, divide. La domanda dipende dalla risposta o la risposta dalla domanda? Qui, ogni tentativo di dialogo si trasforma in un'insinuazione, un'accusa sottile che alimenta il circolo vizioso della loro esistenza. Lui e Lei non discutono per arrivare a una conclusione, ma per il piacere stesso del conflitto. Il loro amore non esiste se non nel bisogno di scontrarsi: senza quel continuo gioco al massacro, si dissolverebbero.
2025
Recensione di Beatrice

Il linguaggio è la nostra prigione, ma è anche l’unica via di fuga.
La chiocciola e la tartaruga appartengono alla stessa specie? Da questa domanda apparentemente futile, un Lui e una Lei scatenano una disputa feroce, trasformando un dettaglio insignificante in un terreno di scontro tragicomico. Ma il vero punto non è trovare una risposta: è il conflitto in sé a essere il loro nutrimento. Lui e Lei non possono esistere senza il disprezzo reciproco, che diventa un carburante per la loro relazione stagnante. Si smascherano a vicenda, ma senza mai decidersi davvero, prigionieri della loro irresponsabilità e incapaci di una vera comunicazione.
Intanto, il mondo attorno a loro crolla. La guerra infuria fuori dalla loro abitazione, ma i due restano chiusi in un guscio di indifferenza, rimuovendo ciò che li circonda con un misto di ottusità e auto-referenzialità. La tartaruga diventa una mina inesplosa: una minaccia incombente di cui non si curano. E se il guscio della chiocciola è un rifugio, diventa anche una prigione: il simbolo della rimozione, della fuga dalla responsabilità etica e civile.
Scritto nel 1962, Delirio a due di Eugène Ionesco è un piccolo capolavoro del Teatro dell'Assurdo, in cui il linguaggio, invece di unire, divide. La domanda dipende dalla risposta o la risposta dalla domanda? Qui, ogni tentativo di dialogo si trasforma in un'insinuazione, un'accusa sottile che alimenta il circolo vizioso della loro esistenza. Lui e Lei non discutono per arrivare a una conclusione, ma per il piacere stesso del conflitto. Il loro amore non esiste se non nel bisogno di scontrarsi: senza quel continuo gioco al massacro, si dissolverebbero.
Corrado Nuzzo e Maria Di Biase portano in scena questa danza verbale con una naturalezza straordinaria, valorizzando ogni sfumatura dell'assurdo. La regia di Giorgio Gallione rispetta il crescendo filologico del testo, lasciando che il nonsense si impasti con una verità amara. La scenografia di Nicolas Bovey, con una stanza borghese che si deforma progressivamente, rende visibile il crollo psicologico della coppia.
Il battibecco iniziale si espande rapidamente, toccando temi sempre più personali: il loro rapporto, le incompatibilità che li dividono (mai un momento in cui provano caldo o freddo contemporaneamente), i rancori accumulati nel tempo (Lei accusa Lui di averla sedotta e spinta ad abbandonare un marito devoto). Tutto ciò avviene con totale indifferenza rispetto alla guerra che infuria fuori dalla loro abitazione: sparatorie, deportazioni, esplosioni non scalfiscono minimamente la loro bolla di alienazione. Poco importa, ormai, se si trovano al riparo in un guscio da tartaruga o da lumaca: il vero obiettivo è restare estranei alla violenza circostante.

Ionesco, segnato dall’esperienza delle guerre mondiali, riversa in Delirio a due tutto il suo terrore per i conflitti e il suo disincanto verso l’individualismo esasperato. Scritto durante la Guerra Fredda, quando la minaccia di una catastrofe globale incombeva su tutti, il testo appare oggi più attuale che mai. Come sottolineato dagli stessi Nuzzo e Di Biase, questa pièce rappresenta un’occasione preziosa per riflettere, soprattutto per le nuove generazioni, su quanto poco sia cambiato il mondo e su come, nonostante tutto, l’uomo continui a vivere immerso nelle sue piccole e meschine ossessioni, ignorando la tragedia che si consuma intorno a lui.
Delirio a due è un perfetto esempio della comicità tagliente e disarmante di Ionesco. Un'opera che gioca con l’apparente leggerezza della farsa per mettere a nudo l’irrazionalità umana, evidenziando come il linguaggio, invece di unire, diventi spesso un ostacolo insormontabile. In questa dinamica, Lui e Lei si rivelano marionette grottesche, intrappolate in una routine sterile e ripetitiva, dove la discussione non è mai davvero sul contenuto, ma sull’atto stesso di litigare.
Ma la vera tragedia non è la loro lite: è l'indifferenza verso l'esterno. Al punto in cui siamo, non se ne accorgerà nessuno. Vicini sgozzati? Un esercito alle porte? Teste decapitate che piovono dal soffitto? Nulla di tutto ciò scalfisce la loro meschinità. L'unica preoccupazione sarà gettare quei resti fuori dalla finestra, perpetuando così il meccanismo della rimozione.
Non importa: il loro dibattito ha la priorità assoluta. La guerra non è altro che la ghigliottina della responsabilità, un'ombra distante rispetto all'unico vero dramma, la loro incapacità di vedersi davvero.
Unico elemento di disturbo: il pubblico che reagisce con un'ilarità dissonante, quasi paradossale, come se l'assurdità tragica del testo si dissolvesse in un divertimento inatteso, lasciando emergere un contrasto difficile da decifrare, ma questo è un altro problema…

Ma alla fine, chi ha ragione? Quelli che hanno vinto? Quelli che hanno perso? Forse la logica non conta più. Forse, come suggeriva Ionesco, il vero stupore non sta nel trovare risposte, ma nel mantenere aperta la domanda.
Abbiamo dimenticato la nostra solitudine, e con essa abbiamo dimenticato anche la nostra umanità
Dal 20 febbraio al 2 marzo 2025 (h 21.00, domenica 23 e 2 h 17.30, mercoledì 26 h 17.00)
TEATRO VITTORIA - ATTORI & TECNICI Piazza S. Maria Liberatrice 10, Roma (Testaccio)
Botteghino: 06 5740170 – 06 5740598
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Come arrivare: Metro: Piramide; Tram: 3; Bus: 23, 30, 75, 83, 170, 280, 716, 781.
Comunicazione: [email protected]
Responsabile Ufficio Stampa: Teresa Bartoli 348.7932811 - [email protected]
Biglietti (prevendita inclusa):
- intero: platea € 30, galleria € 24
- ridotto (under 35/over 65/cral): platea € 23, galleria € 20
- ridotto under 18: platea € 15, galleria € 13