AS WE MARCHED AWAY, WE WERE ALWAYS COMING BACK
As we marched away, we were always coming back
2024
Recensione di Beatrice

Il Padiglione Messico presenta
CI ALLONTANAVAMO, TORNAVAMO SEMPRE
Di Erick Meyenberg
Alla 60. Esposizione internazionale D’Arte La Biennale di Venezia
Senza guardare indietro.
E’ così che viaggia il migrante quando lascia la sua casa per non rimanere ancorato al passato, trasformato in sale come Edith, che, secondo un passo biblico, fu avvertita e non poté evitarlo.

Il migrante, perennemente straniero, desidera e vuole tornare a qualcosa che non esiste più, e allo stesso tempo non finisce mai di appartenere a nessun luogo.
Nel 2019 Erick Meyenberg, artista messicano di origini tedesche e libanesi, ha riunito una famiglia attorno a un tavolo nella campagna del Nord Italia per celebrare un rituale di coesistenza tra celebrazione e lutto.
La famiglia Doda è emigrata più di 30 anni fa da Tirana, la capitale dell’Albania, in Italia, un Paese in cui si è integrata senza perdere le proprie tradizioni, realizzando un’immersione nella cultura locale e conservando al contempo i legami più profondi con la propria terra d’origine.
Le particolarità di quella vita familiare e le loro abitudini personali sono ciò che l’artista traduce in questa videoinstallazione con una strategia estetica e concettuale volta a comunicare le cose uniche che ci uniscono nella nostra singolarità di esseri umani: modi di onorare, amare e mancare, gesti ed emozioni che sono primordiali per tutti noi.
Così, una sedia vuota, lasciata nel video, è il deposito di un altro rituale: l’accensione di un candela in attesa del ritorno di qualcuno che se ne va, un riferimento storico alla tradizione albanese del parco pubblico Lëndina e Lotëve ( Il prato delle lacrime)

Ci allontanavamo, tornavamo sempre evoca in modo poetico sia il viaggio del migrante sia la possibilità di un radicamento momentaneo attorno ad un tavolo. Momenti reali nella loro condizione ciclica tra gratitudine e dolore, che vanno e vengono tra ciò che è stato adottato e ciò che continua a essere perso. Un omaggio, anche, a chi non è arrivato o sta per arrivare a una nuova realtà di vita. Un invito all’apprezzamento dello straniero per immaginare connessioni dal comune più intimo: un ammiccamento, un bacio, una carezza o un addio come vitalità condivisa al di là delle coordinate o dei confini.
Sede: Arsenale, Castello, 30122, Venezia, Italia
Tania Ragasol, curatrice e storica dell’arte
Erich Meyenberg ( Città del Messico 1980), artista visivo interdisciplinare, vede la pittura come un elemento fondamentale di espressione, sebbene esplori anche altri media come l’istallazione del suono, il disegno, il collage, il video.