Non esiste l'Animale al singolare generale. Separato dall'uomo da un unico limite indivisibile. Bisogna rendersi conto che ci sono dei 'viventi' la cui pluralità non può essere raccolta nella sola figura dell'animalità semplicemente opposta all'umanità.
— Jacques Derrida
La mostra si dispiega come un varco interrogativo sul modo in cui l’essere umano percepisce l’animalità — non come oggetto esterno, ma come presenza che ci abita e ci sfida. Non c’è risposta, solo un lento rovistare nella coscienza di una civiltà che ha appreso a dominare senza comprendere.
Fin dagli anni Ottanta, il lavoro dell’artista si è mosso lungo il confine poroso tra umano e naturale, cercando tracce dell’altro in ciò che crediamo nostro. In questa nuova tappa del suo percorso, lo sguardo fotografico si fa strumento di ascolto: attraversato dalla memoria, contaminato dal mito, abitato dal presente.
Gli animali — non figure, ma forze — appaiono come apparizioni silenziose: resistenti, solenni, offesi e inviolabili. Non raccontano storie, ma pongono domande.
Le immagini attendono il nostro sguardo. Come reliquie profane, scardinano l’indifferenza e costringono chi osserva a un confronto con ciò che è stato rimosso. In questo spazio — un tempo luogo di morte, ora luogo di visione — si compie un passaggio: non verso la redenzione, ma verso una più nuda forma di coscienza.
Il percorso espositivo prende avvio con alcuni ritratti fotografici di grande formato dedicati al mondo dei bovidi ed equini e con un nucleo di quattro reinterpretazioni di foto storiche di fine Ottocento del Conte Primoli dedicate al Mattatoio, arricchite dalle scritte documentali patrimoniali dell’area di Testaccio di proprietà dell’Archivio Capitolino. La mostra prosegue nel dialogo tra scultura e fotografia con la serie Mnemosyne – in riferimento all’Atlante della Memoria e alle Pathosformel di Aby Warburg – e con la serie di elaborazioni fotografiche derivate da sculture classiche fotografate in musei nazionali e internazionali. Entrambe le serie ripercorrono movenze e forme dei soggetti zoomorfi, derivati dalla natura e dalla classicità, tracciando una sorta di biografia sentimentale e insieme una mappa di una civiltà in rapporto sacrale con la figura animale.
L’ultima serie fotografica, includente la figura umana, testimonia una relazione stretta, quanto complessa e forse contraddittoria, tra animale uomo.
La capacità visiva e per certi aspetti visionaria dell'artista, svela la difficoltà di una conoscenza del mondo animale non umano che ambisce alla realizzazione di un equilibrio, non solo estetico, ma anche etico.
Credo di aver trovato l'anello di congiunzione mancante tra l'animale e l'essere civilizzato. Siamo noi.
— Konrad Lorenz
INFO
Mattatoio di Roma
Piazza Orazio Giustiniani, 4 - Roma
La Pelanda - Galleria delle vasche
www.mattatoioroma.it - Facebook: @mattatoioroma - Instagram: @mattatoio – #MattatoioRoma
Orari
Dal martedì alla domenica 11.00 – 20.00 - Ingresso gratuito
Chiuso il lunedì. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura
UFFICIO STAMPA AZIENDA SPECIALE PALAEXPO